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All'ombra delle Highlands: Marta Verde, a Glasgow con lo Hillhead-Jordanhill


Spesso ci avventuriamo per il mondo ovale raccontando le storie di quelle che chiamiamo un po' per scherzo le nostre "rugbiste con la valigia". Capita sovente di guardare all'Inghilterra, o alla Francia, dove il mondo del rugby femminile sta crescendo velocemente e conosciamo più meno la direzione che ha preso. 

Oggi cambiamo rotta e andiamo ad avventurarci a nord dell'Europa, fino in Scozia, dove troviamo una romana verace, Marta Verde, che ha scelto di trasferirsi a Glasgow e giocare con la più forte e conosciuta delle squadre scozzesi, lo Hillhead-Jordanhill, che da diversi anni domina il campionato scozzese di Elite femminile. Abbiamo voluto farci raccontare come funzionano le cose all'ombra delle Highlands e le sosprese non sono mancate, ma lasciamo che sia proprio Marta a guidarci in questo viaggio.


Ciao Marta, grazie per aver accettato di guidarci alla scoperta del mondo del rugby femminile in Scozia, prima di cominciare il nostro viaggio, però, raccontaci chi sei.
"Ciao a tutti, io sono semplicemente Marta ho 22 anni e sono di Roma. Ho una laurea triennale in Scienze Motorie e una grande passione per i viaggi. Ero allenatrice di rugby a Roma e giocatrice di adozione frascatana dall'under 16 fino allo scorso anno, quando ho deciso di trasferirmi in Scozia. Qui sto continuando a formarmi come allenatrice, tramite corsi della World Rugby e anche come giocatrice."

Partiamo da una domanda ovvia: come sei arrivata in Scozia?
"Sono arrivata ad Edimurgo a Settembre del 2018 tramite un tirocinio all'estero in convenzione con la mia università. Appena arrivata ho avuto l'opportunità di lavorare per 6 mesi con un club locale il "Bats", ossia il settore giovanile degli Edinburgh Academical FC (il più vecchio club di Europa). Ad Edimburgo ho poi iniziato a giocare per il Broughton Rugby, che milita in National 1. Finito il mio tirocinio ho deciso di rimanere in Scozia trasferendomi nella vicina Glasgow. Qui sono entrata in contatto con lo Hillhead-Jordanhill ed ho iniziato a giocare in Premiership."

Tu giochi in 1a divisione scozzese, avendo giocato nella Serie A italiana, puoi dirci quali differenze hai riscontrato a livello di gioco rispetto alla Serie A italiana? Siamo molto distanti secondo te?
"La struttura di gioco qui è molto più fisica, cercano molto il contatto. Trovo i placcaggi e gli impatti molto più duri qui in Scozia; anche per gli standard delle migliori squadre di serie A italiane. Il ritmo di gioco, invece, è estremamente lento, credo che molto sia influenzato dal clima rigido con pioggia e vento ricorrenti. Il livello femminile della Serie A in Italia, soprattutto con la nuova divisione di Elite nata quest'anno, credo sia ampiamente superiore alla media scozzese."

Si dice spesso che in Italia non ci si allena molto, come funzionano gli allenamenti nella tua squadra? Come e quanto vi allenate?
"Ci alleniamo 2 volte a settimana sul campo per un'ora e mezzo. Il primo allenamento della settimana, il mercoledì, rivediamo nella prima metà di allenamento quello che non è andato bene nella partita precedente, nella seconda metà lavoriamo invece di solito divise in reparti provando giocate o mischie. Nel secondo allenamento, il giovedì, prepariamo la partita della domenica e si fa una team run. Per chi vuole il lunedì c'è una sessione di preparazione atletica, ma non sono molte le ragazze che la seguono."

Altro punto spesso dolente da noi, qualità e quantità degli staff tecnici, da quante persone è composto il vostro staff?
"Il nostro staff è composto da due allenatori. Un capo allenatore ed un secondo ragazzo che gestisce le sedute di preparazione atletica e aiuta la mischia quando ci dividiamo in reparti. Se possono cercano di essere presenti entrambi la domenica, ma non sempre è possibile."

Qui da noi raramente arrivano giocatrici straniere per scelta, di solito capita con l'Erasmus, com'è composta la tua squadra? Ci sono altre giocatrici straniere o sei l'unica? Ci sono altre giocatrici nazionali (scozzesi e non) ? 
"La squadra è composta da circa 30 persone. Ci sono alune ragazze straniere, esattamente come accada in Italia, la maggior parte di loro si trovano a Glasgow per studiare all'università. Lo Hillhead-Jordanill ha molte ragazze della nazionale, alcune titolari come Louise McMillan, altre con solo alcune presenze in nazionale."

In Italia parliamo spesso del rapporto complicato che esiste tra rugby femminile e strutture, secondo te c'è molta differenza tra quella in cui ti alleni/giochi a Glasgow e quelle che avevi a disposizione in Italia?
"I club qui sono contenti di avere delle squadre femminili, la maggior parte dei club cerca di averne una o lavorano con molto impegno perchè ciò accada. Lo Hillhead ha un buon centro sportivo a disposizione, abbiamo un campo da gioco e uno di allenamento, inoltre è presente una piccola palestra. Spesso qui i campi sono in parchi publlici o nelle scuole, in quel caso si hanno a disposizione solo gli spogliatoi."

Il tuo club è un club totalmente orientato sul rugby femminile oppure ha anche una squadra maschile? Se le seconda, che rapporto c'è all'interno del club tra le componenti maschile e femminile?
"Il club è molto grande ed ha anche tre squadre maschili, ma nessuna di queste gioca ad alto livello. Qui ci sono circa 10 campionati maschili, loro giocano maggiormente a livello provinciale. (Nota cretina: trasferta più lunga circa 30 minuti di macchina ah ah ah!!! Proprio come in Italia). In verità non ci incotriamo molto durante gli allenamenti, ma si cerca sempre di organizzare delle serate insieme o creare occasioni per socializzare. Ogni anno a fine stagione viene organizzato un tour di squadra, nel quale sono invitati sia i ragazzi che le ragazze."

Tu hai giocato anche in National 1 (che squadra?), c'è molta differenza con la Premier League? Se si, in cosa consiste?
"Ho giocato in National 1 per il Broughton Rugby Club di Edimburgo. La National 1 è molto più equilibrato come campionato, non c'è un grande divario fra la prima e l'ultima in classifica. Invece nella massima divisione, la differenza fra le squadre più forti e le ultime è abbissale. A livello di gioco in Premiership c'è un'organizzazione più elaborata della National 1, in cui spesso le giocate sono poche e basiche."

Parliamo di pubblico: in Serie A in Italia ci sono mediamente pochi spettatori spettatori a partita (che è uno dei grandi problemi di tutto il rugby italiano) in Scozia, com'è la situazione per il rugby di club?
"Per quello che vedo, alle nostre partite credo che 30 spettatori siano anche molti... Qui non c'è il recinto di gioco, gli spettatori sono in piedi con le loro birre a bordo campo, vicino alle riserve che aspettano di entrare. Di media gli spettatori sono amici o partner della giocatrici, non c'è molta visibilità per le giocatrici."

Si paragonano spesso i bacini di tesserate di Italia e Scozia, A livello seniore che numeri ci sono? Ci sono anche categorie juniores (U14, U16 o U18)? Giocano il 7s o il 15s?
"Le ragazze tesserate in Scozia sono tante, il numero è largamente superiore a quello italiano. Alcuni club hanno ben 2 squadre a 15s complete che giocano in due diversi campionati. Ci sono 8 categorie di campionati femminili di rugby a 15s ed una divisione chiamata di sviluppo dove partecipano le squadre che si stanno formando, quindi con regole diverse (touche senza saltatori, o mischie no contest). Inoltre i campionati giovanili iniziano dall'under 14, li le ragazze giocano in 13. L'U16 e la U18 femminili giocano rugby a 15s. I tornei di rugby 7s si giocano in primavera da aprile a giugno e vi partecipano moltissime squadre."

Secondo te che percezione c'è in Scozia della donna rugbista? E' molto diversa da quella che c'è in Italia?
"Qui la donna rugbista è una cosa "normale", non ci sono pregiudizi o discriminazioni. I club danno lo stesso valore alle squadre maschili e femminili, anzi nel nostro caso lo Hillhead-Jordanhill è molto fiero della femminile, dato il livello di gioco e le tante ragazze in nazionale. Qui non c'è quella sensazione di sbigottimento quando dici a qualcuno che giochi a rugby; ti chiedono come va il campionato senza le solite domande piene di stereotipi come: "ma non vi fate male?", "Ma giocate con miste con i maschi?" e tutte le altre domande che di sicuro conosci meglio di me"

Il mondo del rugby femminile in Francia ed Inghilterra sta muovendo i primi passi verso il professionismo. In Scozia com'è la situazione, che supporto ti ha dato il club quando sei arrivata a Glasgow (casa, lavoro, benefit) ?
"La situazione è molto diversa da Francia ed Inghilterra, io qui non ho avuto nulla. Le giocatrici pagano la quota mensile che serve per l'uso del centro sportivo e una "match fee" di alcuni pounds dopo ogni partita, che serve per il terzo tempo, il pullman, le fasciature ed il materiale medico."

Questa è una domanda che faccio sempre alle ragazze che giocano fuori dall'Italia (e che mi piace molto fare): se tu potessi riportare in Italia qualcosa dalla Scozia per far crescere la qualità del nostro movimento cosa ti porteresti dietro?
"In Italia vorrei riportare la flessibilità dei tesseramenti. Qui se le squadre accettano è possibile giocare per più club. Se lo Hillhead-Jordanhill non mi convoca, io posso giocare quella domenica con la mia squadra di Edimburgo in National 1. Questo fa si che se un club per infortuni o incoveniente non ha abbastanza giocatrici, può chiedere aiuto alle ragazze libere quella giornata. Questo fa si che tutte le partite vengano sempre disputate: le giocatrici possono giocare e divertirsi e il club non perderà quella partita a tavolino."

Consiglieresti ad un'altra giocatrice italiana la tua esperienza? Si/no e perché?
"La consiglierei a tutte le giocatrici italiane, anche solo per venire qui e provare uno stile di gioco diverso. Mi sento di farlo poichè uscire dalla propria zona di comfort è una sfida che alla fine ti arrichisce sia sul piano tecnico, affrontando tecniche e strutture di gioco differenti, sia sul piano umano."

Devo dire che mi hai raccontato un sacco di cose interessanti Marta, alcune sono vere e proprie sorprese, come ad esempio la questione dei tesseramenti. Grazie per avermi regalato un po' del tuo tempo, da ora in poi seguirò con molta attenzione il campionato scozzese e non potrò che tifare per lo Hillehead-Jordanhill.
"Grazie a te è stato un vero piacere. Spero, dopo un anno passato qui di non essere diventata troppo analfabeta, se ho scritto qualche strafalcione non mi giudicate troppo male! Un saluto a tutti ed a presto!"




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