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Elezioni federali e sviluppo del rugby femminile: Elio De Anna risponde a Ladies Rugby Club

Come sapete in questi giorni, dopo che sono state ufficializzate tutte le candidature alla presidenza federale, stiamo chiedendo ai candidati come intendono, se eletti, sviluppare il settore femminile in Italia. Piano piano, dopo le prime risposte di circostanza, qualcosa di interessante sta arrivando e noi diamo volentieri spazio e voce ai candidati che hanno accettato di parlare con noi. Il primo a risponderci in maniera dettagliata è stato Elio De Anna, specificando come il suo movimento "Rugbisti Per Sempre", se vincitore lavorerà per far crescere il settore.

"Gentilissimo signor Cirri,

la ringraziamo sinceramente per il suo interessamento, al quale diamo seguito con altrettanto impegno. In allegato può trovare le risposte puntuali ai suoi quesiti formulate dal dottor De Anna. Aggiungo, a completamento, solo due elementi, inseriti anche nel programma di Rugbysti per sempre.

In prima battuta, invito a comprendere la ratio delle proposte formulate, imperniata su obiettivi chiari, misurabili e verificabili dal movimento. Un elemento di trasparenza che contribuisca a rinsaldare un rapporto di fiducia tra Federazione e società sportive. Inoltre, che ambisca a spianare la strada per la creazione di un percorso comune, figlio di una consultazione aperta (gli Stati Generali del Rugby italiano) che, nell'eventualità di una vittoria da parte del dottor De Anna di queste elezioni, verrebbe indetta immediatamente a ridosso della sua nomina. Una riflessione condivisa tra tutte le anime che compongono il nostro movimento che non trova precedenti nella storia ovale del nostro Paese. Aggiungo, infine, che indicare con trasparenza i professionisti che ricoprirebbero i ruoli chiave della direzione del nostro movimento e con grande anticipo risponda, altresì, all'esigenza di instaurare un rapporto di fiducia tra la Federazione e la base, fondata su chiarezza anche dei profili chiamati a tracciare la strada per un «risveglio» del rugby nazionale e, nello specifico, del settore femminile. Proprio quest’ultimo, infatti, vive una dicotomia dannosa tra le ambizioni del movimento stesso e la proposta fornita, non all'altezza, e sulla quale urgono interventi mirati.

E chiudo: Olivier Magne e Pierre Villepreux alla guida del settore Juniores sommati ad altri professionisti di primo piano che verranno svelati a breve poggiano sulle loro indiscusse competenze la garanzia della bontà del lavoro intrapreso. Curriculum professionali incontrovertibili che devono, a loro volta, rinsaldare il rapporto fiduciario tra il vertice e la base.

Passo a rispondere alle domande specifiche che mi ha inviato:

D: Se eletto presidente FIR come intende sviluppare il movimento femminile di base?

R: In primis attraverso l'azione delle Società: lo sport in generale e il rugby in particolare si basa storicamente su un sistema di volontariato il cui epicentro è da sempre costituito dalle Società sportive. Secondariamente con l'aiuto attivo dei Comitati Regionali che dovranno fornire a tutti le linee guida operative federali da seguire. Soprattutto nell’ambito della missione che, oltre la promozione, la ricerca, l'individuazione e lo sviluppo del talento, rappresenta una preminente funzione sociale. Educare i giovani a maturare, attraverso lo sport, i valori fondamentali della consapevolezza di sé, del rispetto degli altri e delle regole che sono alla base della convivenza civile. Tutto ciò supportando il ruolo delle tradizionali “agenzie formative primarie”, ovvero la famiglia e la scuola. Oggi lo sport, non solo agonistico, è assai mutato, a cominciare dalla fascia di età in cui esso si pratica. Un giovane avviato alla pratica sportiva può diventare un cittadino migliore dal punto di vista fisico e sociale. Il rugby nella popolazione giovanile può efficacemente contrastare alcune criticità e devianze sociali, quali la sindrome da sedentarietà (obesità) e la scorretta cultura dell’alimentazione. Può arginare l’abuso di bevande alcoliche, del fumo di sigaretta in espansione soprattutto tra le giovani donne e l’uso di sostanze stupefacenti. Aggredire alcuni fenomeni come il bullismo, il gioco d’azzardo e microcriminalità, devianze che si diffondono in maniera preoccupante. Il tutto con grandi benefici sui costi sociali (salute e benessere) ed economici.


D: Qual è la vision e quali sono i progetti per il settore Juniores e per quello Seniores?

R: Con l'avvento della pandemia da covid19 anche il buon momento del rugby femminile rischia di “evaporare”. I risultati conseguiti dal movimento femminile a livello internazionale sono importanti ma non sembrano suscitare un proficuo interesse che spinga verso l'alto il numero delle praticanti. Occorre creare un percorso che accompagni lo maturazione del talento dalla categoria Juniores sino alla categoria Seniores come raggiungimento di una pari opportunità sociale. Tale fenomeno si è “concretizzato” recentemente nel calcio femminile con l'accompagnamento importante e determinate della Federazione omonima.


D: Quali sono le risorse umane ed economiche che intende destinare a tali progetti?

R: Per la parte economica, la Federazione riconoscerà, come principio fondamentale e integrante del suo Statuto, una cifra prestabilita che andrà a premiare le varie squadre e che verrà erogata all’inizio di ogni stagione. Avrà una consistenza di circa € 1.500.000,00. Per le risorse umane uno staff tecnico ed amministrativo di supporto, adeguato.


D: Come intende lavorare sul complicatissimo problema del reclutamento nel settore femminile?

R: Da un lato promuovendo la ricerca, l'individuazione e lo sviluppo del talento. Dall'altro con Sport & Salute per un ri-orientamento dell’attività motoria scolastica, riconosciuta come percorso educazionale perché volta ad esplorare le capacità sportive degli studenti e che indirizzi le abilità agonistiche verso le società sportive.


D: Come si può innalzare la qualità del campionato di Serie A femminile?

R: Aumentando il livello tecnico delle giocatrici: questo argomento ci riporta alla formazione tecnica di base e al numero delle squadre partecipanti al campionato femminile. La riorganizzazione – a tal riguardo c'è un possibile percorso indicato nel programma (gironi e squadre)* – troverà maggior concretezza da quanto uscirà da quella consultazione globale che deve portare la Federazione ad un confronto capillare sul territorio: gli Stati Generali del rugby italiano. Una consultazione regione per regione, che avvicini la base al vertice e raccolga le istanze delle società, adeguandole alle nuove esigenze.


*Il Campionato sarà diviso in due gironi composti da 14 squadre suddivise in base ad un iniziale sorteggio. Le società che riusciranno ad avere una squadra U20 potranno farla partecipare ad un campionato di categoria organizzato dalle società stesse e finanziato dalla Federazione.


D: Quali sono gli obiettivi futuri per la nazionale femminile a livello tecnico ed economico?

R: Continuare sulla strada intrapresa, consolidando il percorso ed i risultati. In quest'ottica si inserisce anche un obiettivo economico a sostegno del progetto. 

 

D: Si può pensare di avviare un percorso di graduale professionalizzazione almeno delle giocatrici nel giro azzurro?

R: Un percorso “professionalizzante” è indifferibile, soprattutto quando è sostenuto da risultati oggettivi.

 

D: Come intende lavorare per sviluppare il settore del Rugby Sevens?

R: Ringrazio per la domanda perché mi permette di spiegare meglio un “Progetto Seven” da realizzare in collaborazione con il CONI. Da Presidente della FIR vorrei andare al CONI e proporre, nell'ambito della programmazione olimpica e dell'alto livello, il progetto speciale “Parigi 2024”: lavorare per qualificare la nazionale femminile di rugby a 7 per le prossime olimpiadi. Utopia? Pensare e sognare in grande non è arroganza e peccato quando si hanno le ...giuste ambizioni.

Grazie per l'attenzione,

Elio De Anna

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