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Riforma dei campionati, accademie e rugby a 10: ecco come cambierà il rugby femminile in Francia nei prossimi 4 anni

Subito dopo aver ottenuto il Grand Slam ed aver stabilito un nuovo record di pubblico, con i 17.748 spettatori di Grenoble per la partita con l'Inghilterra, la FFR ha annunciato il piano di sviluppo 2018 - 2022 per il rugby femminile. 
Una riforma fortemente voluta dal presidente francese Bernard Laporte che guarda direttamente alla prossima Coppa Del Mondo a XV ed alle prossime Olimpiadi per il 7s, passando per un forte sviluppo delle competizioni domestiche.


L'idea è quella di avere squadre nazionali a XV e 7s ancora più competitive, una migliore rete di diffusione del gioco femminile sul territorio, una completa rifondazione del settore di alto livello, insieme con la riorganizzazione delle competizioni. Queste sono alcune delle aree di sviluppo che la FFR intende implementare tra il 2018 e il 2022. Laporte lo aveva promesso, in caso fosse diventato presidente della Federazione francese di rugby (FFR) e manterrà la sua promessa.

Dopo un periodo di consultazione, i membri della commissione federale di sviluppo della FFR hanno identificato diversi punti sui quali lavorare per riformare in profondità il rugby al femminile in Francia, che sta attualmente vivendo uno sviluppo esponenziale. Il primo obiettivo è superare il tetto delle 20.000 giocatrici attive (che giocano abitualmente rugby di club a tutti i livelli), soglia che dovrebbe essere ufficialmente superata già entro quest'anno, dopo una graduale crescita che è in aumento dal 2014, anno della Coppa del Mondo femminile in Francia.
 
I risultati del XV femminile francese non sono passati inosservati negli ultimi mesi: un buon terzo posto finale nella Coppa del Mondo a 15s in Irlanda nell'agosto 2017, il boom di ascolti televisivi (la Francia ha battuto quest'anno il record di audience, superando tre milioni di telespettatori) e la vittoria nel Sei Nazioni. Alla fine del Torneo concluso con il Grande Slam, la media di telespettatori per ogni partita trasmessa è stata di circa 800.000 spettatori. Senza contare i 17.448 tifosi radunati allo Stade des Alpes di Grenoble durante il "Crunch": un record storico per il torneo. 


Cavalcare l'onda  

Di fronte a questi risultati, è stato necessario implementare una riforma per venire incontro alle ambizioni delle giocatrici e dei club: "Parlando con i club, ci siamo resi conto che avevano bisogno di cambiamenti", ha detto Céline Bourillot, vicepresidente responsabile del rugby femminile, sul sito FFR. "Quindi abbiamo inviato loro un questionario per conoscere i loro desideri. Abbiamo preso in considerazione le loro osservazioni per assicurarci di cambiare le cose e sfruttare le dinamiche dei nostri team in Francia per attuare le nostre riforme. "  


Gli obiettivi principali di questa riforma sono:


1. Alzare ulteriormente il livello delle squadre nazionali francesi per vincere la Coppa Del Mondo a Xv e l'oro olimpico nel 7s; 
 
2. Approfittare delle dinamiche positive legate allo sviluppo del rugby femminile;
 
3. Creare una cultura del rugby al femminile per evitare paragoni con il rugby maschile;
 
4. Coprire il territorio in modo sostenibile, facendo affidamento su "locomotive regionali" e future accademie;
 
5. Struttura separata per tutto il rugby femminile fin dal minirugby;
 
6. Adeguare la pratica del gioco alle aspettative delle giocatrici (rugby pro? - nda);
 
7. Evitare di concentrare le migliori giocatrici in uno o due club, per favorire la competizione e la spettacolarità dei campionati;
 
8. Rifondare l'intero settore femminile di alto livello (strutture, giocatrici, professionalizzazione del sistema);
 
9. Rafforzare i legami con il mondo universitario e le grandi scuole sul territorio; 


Riorganizzazione delle competizioni
 
Così come successo in Inghilterra, una delle tappe fondamentali di questo progetto sarà la riorganizzazione dei campionati. 
Il cambio di formato dovrebbe consentire di aumentare l'attrattiva del rugby femminile in tutto il territoro, per permettere a più club (e quindi alle giocatrici) di provare a giocare ad un livello più alto e rispettare l'obiettivo definito dalla Direzione Sportiva della FFR di un range minimo di partite (da 14 a 17) di club a XV per le giocatrici internazionali. 

L'idea e quella di costuire (o rinforzare) la rete delle squadre più piccole sul territorio intorno ai club con attrattiva maggiore e maggior potenziale economico e strutturale (le famose locomotive regionali) creando un sistema piramidale con le giocatrici migliori che convergono verso le squadre più strutturate, confermando la volontà della FFR di evitare la concentrazione delle migliori giocatrici in uno o due club.
 
La prossima stagione sportiva vedrà i campionati divisi in quattro livelli di competizione:
  • Una nuova 1a divisione femminile: "Top 16" che sarà composta dalle 8 squadre che giocano attualmente nella Top 8, più le 8 squadre che si qualificheranno per il quarti di finale nell'Elite 2 Armelle Auclair alla fine di questa stagione;
  • Verranno create poi anche altre tre divisioni, con meccaniche di promozione e retrocessione ancora da stabilire; 
  • Il rugby di sviluppo a 7 (la nostra Coppa Italia, nda) sarà sostituito dal Rugby a 10 senior e U18 per per consentire un migliore adattamento prima della transizione al rugby.
Davvero una riforma consistente, dalla quale pensiamo sarebbe opportuno copiare qualcosa anche da questa parte delle Alpi, per non disperdere quando di buono fatto vedere, ancora una volta, dalle nostre ragazze durante il mondiale e l'ultimo 6 Nazioni ed evitare che la forbice con Francia, Inghilterra, diventi talmente ampia da non poter essere più superata. Certo è che in Francia l'interesse del presidente, della Federazione, del pubblico e dei club (oltre che delle giocatrici) è evidente, possiamo dire la stessa cosa anche qui da noi? 

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