Breaking News

Azzurre in fuga, direzione Francia e Inghilterra. Quale futuro per il campionato italiano?

Negli ultimi anni, il rugby femminile in Italia ha vissuto una crescita esponenziale, sia in termini di popolarità che di talento. La nazionale italiana femminile, le cui giocatrici hanno dimostrato capacità straordinarie, ha attirato l’attenzione del pubblico, anche se purtroppo parliamo più spesso interesse che si manifesta in Inghilterra o Francia piuttosto che in Italia. Un fenomeno preoccupante si sta manifestando ormai da qualche anno: molte delle migliori atlete della nostra Serie A Elite stanno decidendo di lasciare il campionato italiano per cercare sfide più competitive o condizioni contrattuali e strutture migliori in Francia e Inghilterra. Questo trend solleva interrogativi fondamentali sull’avvenire del campionato femminile in Italia e mette in luce la necessità di un significativo aumento degli investimenti e di uno sviluppo del livello di gioco nel torneo.

La partenza di un numero sempre crescente di giocatrici di talento non può che preoccupare gli appassionati del rugby femminile italiano. Queste atlete non solo portano sul campo un elevato livello di abilità e competenza, ma fungono anche da modelli per le giovani generazioni di rugbyiste. La loro assenza potrebbe tradursi in un abbassamento della qualità del gioco nel campionato italiano, con conseguenze dirette sulla formazione di nuove atlete e sull’interesse generale verso il rugby femminile nel nostro paese.

Quando pensiamo ai motivi che spingono le giocatrici a cercare fortuna all'estero, la questione non è solo economica, ma si estende anche alla competitività di tornei. Le leghe in Francia e Inghilterra offrono opportunità che il campionato italiano non è attualmente in grado di garantire. Qui, le atlete possono confrontarsi con un livello di gioco molto più alto, avere accesso a risorse migliori, strutture di allenamento avanzate e, cosa non meno importante, un sostegno economico maggiore.

Per combattere questa emorragia di talenti, è fondamentale un aumento degli investimenti nel rugby femminile in Italia. Attualmente, il budget destinato alle squadre femminili è sensibilmente inferiore rispetto a quello delle controparti europee e spesso anche delle formazioni maschili all'interno dello stesso club. Questo squilibrio si riflette in diversi ambiti, dall'assenza di infrastrutture adeguate fino alla mancanza di programmi di sviluppo giovanile. Se effettivamente desideriamo vedere un campionati di rugby femminile competitivo in Italia, è essenziale che le società e la federazione ci investano in modo adeguato.

L'introduzione di misure che incentivino la crescita della Serie A Elite è imprescindibile per garantire che le giovani atlete abbiano la possibilità di svilupparsi all’interno di un campionato competitivo. Ciò significa non solo migliorare le condizioni economiche delle squadre, ma anche creare un ambiente stimolante e professionale. Allenatori e allenatrici più qualificati, partnership con istituzioni scolastiche e sportive, e programmi di scouting per le giovani promesse sono solo alcune delle azioni che potrebbero contribuire a migliorare la situazione.

Accanto agli investimenti, è cruciale che ci sia un impegno collettivo nel miglioramento qualitativo del gioco. È necessario organizzare corsi di formazione e clinic per allenatori, migliorare le metodologie di allenamento e aumentare la visibilità delle partite, almeno attraverso i social media. Da sempre ripetiamo che YouTube potrebbe essere un grande strumento se utilizzato con un minimo di cognizione, come fatto prima in Inghilterra e Francia e attualmente in Spagna. La creazione di alleanze strategiche con i campionati francesi o spagnoli, come avviene in altri sport, potrebbe offrire opportunità di scambio e crescita per le nostre giocatrici. Inoltre, è imperativo che le squadre di Serie A Elite (ma possibilmente anche quelle della Serie A) adottino una mentalità professionale. Molte di queste squadre sono ancora gestite in modo amatoriale, il che limita la possibilità di attrarre sponsor e investimenti. Una governance più professionale potrebbe certamente fare la differenza.

Un altro punto chiave per alzare il livello dei campionati di rugby femminile in Italia è il potenziamento del settore giovanile. Investire nelle ragazze più giovani significa lavorare su programmi educativi ben strutturati che incoraggino la partecipazione e lo sviluppo delle capacità tecniche. La creazione di campionati giovanili, l’organizzazione di tornei e il coinvolgimento delle scuole sono tutti elementi che possono contribuire a costruire una base solida per il futuro. Un’attenzione particolare deve essere dedicata all’inclusione e all’accessibilità del rugby. Promuovere il rugby nelle scuole e tra le ragazze può significare scoprire talenti inaspettati e costruire una nuova generazione di potenziali campionesse. Le iniziative a livello locale possono porsi come esempio e catalizzatore per un cambiamento più ampio.

Nonostante le sfide attuali, la situazione del rugby femminile in Italia offre comunque anche qualche spunto sul quale poter lavorare. Se si riesce a mobilitare risorse e a sviluppare una strategia lungimirante, il campionato di Serie A Elite potrebbe non solo mantenere il proprio prestigio, ma anche crescere e competere a livello internazionale. È fondamentale che le istituzioni, le società e gli appassionati si uniscano per lavorare in questa direzione. In conclusione, il rugby femminile in Italia si trova a un bivio cruciale. La migrazione delle nostre giocatrici più talentuose verso altri campionati non deve essere vista come una sconfitta, ma come un campanello d’allarme. È arrivato il momento di investire, di alzare il livello del gioco e di dare alle atlete italiane le stesse opportunità che possono trovare all'estero. Solo così potremo sperare di vedere un rugby femminile italiano sempre più forte, competitivo e in grado di crescere e far breccia nelle le nuove generazioni.

Nessun commento