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Sacrifici e sfide: ecco cosa vuol dire essere una giocatrice d'elite

Il sindacato dei giocatori e delle giocatrici francese, Provale, ha pubblicato i risultati di uno studio dettagliato, il primo del genere per il rugby femminile d'élite, che rivela la verità sulle sfide e sui sacrifici affrontati dalle giocatrici al livello più alto del rugby di club iin Francia. 
Questo studio è il risultato di oltre 200 interviste con quasi tutte le giocatrici dei club di Top 8 della scorsa stagione. Il rapporto - scritto da Safi N'Diaye, insieme al segretario generale di Provale - mirava a dare una valutazione fattuale della realtà del rugby femminile francese ai massimi livelli.
 
 
In media il ritratto della giocatrice di Top 8 francese nella scorsa stagione è questo: 
  • 23 anni con esperienza ai massimi livelli di circa tre stagioni. La metà delle giocatrici aveva completato almeno due anni di istruzione superiore, il 51% era occupata ed il 44% erano studentesse; 
  • Il 60% si è allenata per 90 minuti tre o quattro volte alla settimana e ha viaggiato in media per 56 km (tra andata e ritorno) per farlo; 
  • L'87% aveva già subito un infortunio abbastanza significativo da impedirgli di giocare per un certo periodo;
  • Il 41% aveva avuto una selezione per la propria squadra nazionale.
Il rapporto ha identificato sette aree problematiche principali che le giocatrici devono affrontare e che "devono essere trattate come una priorità":
  1. Infortuni che limitano la carriera
  2. Carichi di lavoro estremi
  3. Strutture insufficienti
  4. Finanze
  5. Sacrifici richiesti per giocare
  6. Incidenza sulla vita sociale (ridotta o del tutto assente)
  7. Un calendario inadeguato
INFORTUNI: Poiché il 90% delle giocatrici non viene pagato per giocare, i loro infortuni non figurano come infortuni sul lavoro. Il 68% delle giocatrici ha subito infortuni seri ed ha perso almeno due mesi di rugby nelle ultime tre stagioni. Il 61% delle giocatrici ha perso il lavoro (o un anno scolastico) a causa di un infortunio subito sul campo e il 46% ha avuto un grave danno finanziario. Sebbene tutti i giocatori abbiano un consulto medico all'inizio della stagione, solo il 40% ha un supporto giornaliero da parte del personale medico. Solo il 21% ha sempre un supporto mediale disponibile durante l'allenamento.

CARICHI DI LAVORO: "La pratica del rugby di alto livello normalmente richiede tempi di recupero", afferma il rapporto, ma la necessità di lavorare o studiare significa che il tempo a disposizione è molto limitato. Un effetto di questo è il numero di giocatrici che abbandonano il gioco poco dopo i 20 anni. Le giocatrici di club legate a squadre di élite maschile beneficiano dell'accesso alle strutture offerte alle squadre di uomini professionisti, a differenza delle giocatrici di altri club che devono pagare per accedere alla palestra ed alle cure fisioterapiche.

STRUTTURE: Può sembrare strano, ma la maggiore richiesta da parte delle giocatrici non è la retribuzione, ma l'accesso alle strutture ed alle cure mediche. Addirittura il 27% delle giocatrici non ha sempre accesso agli spogliatoi dopo l'allenamento.

FINANZE: Il costo del gioco - comprese le attrezzature, le licenze di gioco - è superiore a 1000 € all'anno, ma il costo lievita ulteriormente se aggiungiamo le spese mediche. Nonostante la sua crescente popolarità, il rugby femminile lotta per ottenere investimenti commerciali e sponsorizzazioni. Spesso le ragazze smettono perché non possono affrontare spese così alte.

SACRIFICI E CARRIERA LAVORATIVA: I requisiti associati al gioco del rugby di alto livello significano che le giocatrici spesso devono cambiare lavoro, lavorare di notte o cambiare i turni e chiedere ore di permesso per poter giocare. Presto le scelte devono essere fatte e di solito la più problematica è quella tra rugby e lavoro. Le giocatrici scelte per le squadre nazionali devono soddisfare i requisiti di allenamento o perderanno il loro posto, ma ciò richiede il sostegno da parte dei datori di lavoro che non sempre viene concesso. Come risultato di questo il 42% delle giocatrici ha dovuto prendere un congedo non retribuito per partecipare a finali o rappresentare la Francia in una competizione internazionale, e oltre il 36% ha dovuto licenziarsi o cambiare lavoro. Questa è la spiegazione principale per la rapida perdita di giocatrici dopo i 25 anni.

VITA SOCIALE: Tra gli altri risultati, il 97% delle giocatrici ha dovuto perdere eventi "che erano molto importanti" (matrimoni, compleanni o feste di laurea ad esempio) ed il 60% ha avuto problemi nella propria relazione di coppia a causa delle esigenze del gioco.

CALENDARIO: Il campionato è complesso, va da settembre a maggio, ma con una pausa da gennaio a marzo per il Sei Nazioni che lascia la maggior parte delle giocatrici senza rugby per un lungo periodo. È una stagione frammentata che rende difficile lo sviluppo dell'interesse pubblico e dei media.
Il rapporto rileva inoltre che la stagione francese è effettivamente di 11 mesi, con la stagione del rugby a15 che va da settembre ad aprile, e poi la stagione del 7s da maggio a luglio... Come un vero e proprio lavoro.

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