Breaking News

La Spagna, un rugby femminile in forte crescita: intervista a Mario Copetti

A pochi giorni dall'importantissimo match tra Italia e Spagna, valevole per la qualificazione al WXV - Tier 2, abbiamo analizzato il movimento spagnolo, insieme a Mario Copetti allenatore di origine italiana che quest'anno ha vinto il titolo femminile in Spagna alla guida del Majadahonda. Nonostante che Las Leonas siano fuori dal 6 Nazioni e non abbiano partecipato all'ultima Coppa Del Mondo ne alle ultime edizioni dei Giochi Olimpici, i numeri sono in forte crescita e abbiamo cercato, grazie a Mario, di saperne qualcosa di più.


Mario Copetti, un allenatore italiano in Spagna, raccontaci chi sei e cosa fai con il tuo club.

Provengo di una famiglia originaria di Gemona, arrivata in Sapgna alla fine della Guerra Civile. Sono stato un giocatore di rugby dai 7 anni fino ai 36 e poi sono diventato allenatore professionale dal 2003. Ho cominciato allenando squadre di vari club aiutando gli allenatori principali. Nella mia carriera da allenatore ho allenato tutte le categorie dagli u8 ai Seniores sia nel maschile che nel femminile, allenando sia in categorie regionali che nazionali.

Questa stagione ho allenato la squadra femminile del Club Rugby Majadahonda nella Division De Honor della Lega Iberdorla che corrisponde all'eccellenza Italiana. Il mio compito é stato quello di lavorarare con le avanti, curando la mischia, la rimesa laterale e coordinando il lavoro in difesa di tutta la squadra. Ho anche seguito tutte le atlete nel lavoro che quotidianamente svolgevano in palestra. Per finire sono anche responsabile dell'Accademia dalla u14 alla u18.

Sei l'allenatore campione di Spagna, raccontaci in breve la tua stagione.

Una stagione piena di emozioni che è iniziata ad agosto per preparare la 1ª finale della Super Coppa Spagna, e che si è conclusa il 22 giugno con la tappa di Madrid della Copa de la Reina 7s. Una stagione piena di titoli, ma molto complessa e faticosa da tutte le parti. Sono stato però ripagato molto bene visto che tra prima e seconda squadra abbiamo ottenuto 3 titoli nazionali.

Quest'anno abbiamo anche creato l'AKADEMIA CRM per le giocatrici tra i 12 e i 18 anni, che per 3 giorni a settimana fanno allenamenti specifici oltre agli allenamenti normali stabiliti per le le diverse categorie. Ci siamo focalizzati sullo sviluppo del gioco basato sulle atlete e non sul sistema chiuso, offrendo alle ragazze opzioni tattiche da sviluppare personalmente in campo.

Come funziona il movimento femminile spagnolo?

In questo momento é in piena crescita, c'è stata una vera e propria esplosione nei numeri, con un progetto federale basato sulle Accademie per poter far lavorare meglio la base, ma anche qui i club ancora devono effettuare un cambio di mentalitá per quello che riguarda il rugby femminile.

Quali differenze ci sono rispetto all'Italia?

La principale è che qui ci sono davvero tante tante squadre che giocano il rugby a 15s da settembre a maggio. Tutte le squadre hanno poi un secondo 15 e talvolta anche un terzo e tutte le partite del campionato vengono trasmesse in streaming.

C'è qualcosa che i club italiani potrebbero copiare da quelli spagnoli?

Non conosco al dettaglio come funziona il rugby italiano, anche se ho una giocatrice Catalana che ha giocato a Calvisano quest'anno, pero penso che sempre ci sono cose che si possono copiare per migliorare. 

Spesso parli del rugby universitario a Madrid, ci puoi spiegare meglio come funziona?

Madrid ha una lega potente di rugby Universitario nella quale tutte le università hanno squdra maschile e femminile. Viene disputata una stagione di rugby 7s e una di rugby a 15s per cui é una buona base per le nuove giocatrici che arrivano ai club con nozioni di base già acquisite. Questo aiuta moltissimo a far crescere il numero delle tesserate.

P..s. Mario in un precedente colloquio ci aveva raccontato che a Madrid il campionato universitario femminile di rugby a 15s è in grado di far giocare annualmente  (tra i vari atenei) da 15 a 25 squadre.

In Italia abbiamo grandi problemi di reclutamento, specialmente a livello juniores, il movimento spagnolo è in crescita costante, come è stato affrontato il problema dei numeri?

Al contrario dell'Italia, in Spagna negli ultimi anni c'é stata una crescita importante di tesserate juniores dalle u8 fino alle u16. Infatti esistono mini tornei soltanto per ragazze che almeno una volta al mese possono giocare tra di loro. A differenza dell'Italia le ragazze in Spagna fino alla u16 giocano miste con i ragazzi e il reclutamento nelle scuole é la base del progetto federale, regionale e dei club e per questo è molto curato.

Il campionato Spagnolo è in grande crescita, tanto da attrarre grandi talenti mondiali come Magali Harvey o Hannah Caplice, pensi che in futuro si potrà arrivare ad avvicinarsi al livello francese o inglese?

Diciamo che ci sono alcuni club come Coocos Sevilla, CRAT, Eibar, Olímpico che preferiscono avere giocatrici internazionali, peró la realtá in generale é quella del Rugby Club Majadahonda, con un progetto su base Nazionale dove si lavora bene la base per avere poi giocatrici di primo livello. In questo momento abbiamo 5 giocatrici convocate con la Spagna 7s e 7 giocatrici in nazionale maggiore, divise tra Las Leonas XV e la emerging. Manca la cultura del professionismo, i club sono ancora molto distanti da questo. Il livello inglese e francese non sará facile da raggiungere giacché l'investimento economico non é ad oggi minimamente paragonabile.

Il 7s è una delle grandi vetrine del rugby spagnolo, mentre in Italia stenta a decollare. Qual'è la chiave dello sviluppo di questa disciplina in Spagna? Solo investimenti o c'è anche altro?

Si il 7s Spagnolo ha avuto il suo momento con la partecipazione alle Olimpiadi di Rio nel 2016, ma onestamente al momento non è uguale a qualche anno fa. Il cambio generazionale é stato evidente e ci è costato la non qualificazione ai giochi olimpici di Tokyo e di Parigi. Il nuovo progetto federale implica che almeno 20 giocatrici quest'anno non giocheranno neppure 3 partite con i loro club, questo sta creando un po' di confusione e si sta cercando di capire come aggiustare i tempi giacché essendo alle WS7s le tagazze giocano il 7s in pratica per tutto l'anno.

Si discute molto della creazione di un torneo o coppa europea ed anche le squadre spagnole dovrebbero esserne parte, tu cosa ne pensi?

Sará ufficiale nella stagione 23/24, credo sia una cosa molto interessante, peró bisognerá gestire bene le ragazze. Con due franchige italiane e le due franchigie spagnole (che saranno u21) credo che sarà un progetto molto utile, almeno per me.

Italia e Spagna si disputeranno il posto nel Girone 2 del WXV, per la Spagna che è fuori dal 6 Nazioni quanto è importante partecipare a questo torneo?

Vedo l'Italia favorita. La Spagna é attualmente in momento molto delicato. Credo che le giocatrici siamo "vittime" di un progetto basato su un sistema di gioco chiuso che non lascia che siano le atlete a decidere come risolvere le varie situazioni di gioco in campo. La mia filosofía é che il rugby è delle giocatrici non degli allenatori. Noi dobbiamo fornire gli strumenti necessari alle giocatrici per prendere decisioni tattiche sul campo. La struttura é lo strumento che cuando non sappiamo quello che dobbiamo fare ci permette di riorganizzare il gioco per ritornare al rugby di movimiento e alla capacità delle giocatrici di prendere  decisioni.

Cosa c'è nel tuo futuro ovale?

Ho appena finito la stagione, e ho deciso lasciare il Rugby Majadahonda. Sto attendendo proposte per la prossima stagione ma ancora non ho deciso niente. Se non ci sarà niente di interessante faró un anno di formazione andando quache mese in Francia e in Italia a vedere diversi sistemi e metodologie di lavoro. Seguiró con il progetto del Training Camp a Natale, Pasqua e la prossima estate per non perderé il contatto con lo sport di base.


Nessun commento