A prima vista, la storia è semplice: un dominio assoluto delle Red Roses inglesi, culminato in una striscia vincente di 33 partite e una vittoria schiacciante nella Coppa del Mondo. Nessuna squadra è riuscita ad avvicinarsi a meno di due mete trasformate per impensierirle; le avversarie più tenaci, le francesi in semifinale, sono state sconfitte 35-17.
Eppure, concentrarsi esclusivamente sulla supremazia delle Red Roses significa perdere di vista la vera storia: quella di uno sport globale che ha raggiunto uno spettacolare punto di svolta. Dietro l'apparente invincibilità inglese si nasconde infatti una narrazione più sorprendente e ottimistica, che dipinge un quadro vibrante per il futuro del rugby femminile.
1. Non una preoccupazione, ma un piacere
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i vertici di World Rugby non vedono il dominio dell'Inghilterra come un problema per la competitività. Al contrario, ne sono "lieti". Questa prospettiva controintuitiva è stata espressa chiaramente da Sally Horrox, responsabile del rugby femminile di World Rugby.
"Non la descriverei come una preoccupazione. Sono lieta che l'Inghilterra abbia realizzato il suo potenziale e ci abbia mostrato che grandi atlete possiede e che squadra fantastica sia."
L'implicazione di questa visione è chiara: il successo dell'Inghilterra non è visto come un limite, ma come un punto di riferimento. È proprio l'investimento medio di 15 milioni di sterline all'anno da parte della Rugby Football Union che dimostra il potenziale sbloccabile attraverso la professionalizzazione. Questo impegno, che a sua volta genera 8 milioni di sterline di ricavi per la stagione 2024-25, stabilisce uno standard elevato che funge da modello e stimolo per le altre nazioni.
2. Oltre il punteggio: i numeri di un "Momento Sportivo Generazionale"
Mentre l'Inghilterra dominava sul campo, il torneo ha registrato un successo senza precedenti fuori dal campo. Questi non sono semplici dati in un registro; sono i segni vitali di uno sport che sta catturando l'immaginazione del pubblico su una scala mai vista prima, supportando l'affermazione dell'amministratore delegato di World Rugby, Alan Gilpin, secondo cui l'evento è stato il "momento sportivo generazionale che credevamo di poter realizzare".
- 444.465: Il numero totale di biglietti venduti per il torneo.
- 81.885: L'affluenza record per la finale a Twickenham.
- 50%: La percentuale di partecipanti che non avevano mai assistito prima a una partita di rugby femminile.
- 5,8 milioni: Il picco di audience che ha seguito la finale sulla BBC, rendendola la partita di rugby più vista dell'anno.
3. Il divario si sta chiudendo (se sai dove guardare)
E il prodotto che questo pubblico da record ha potuto ammirare è stato migliore che mai. Sebbene i punteggi finali possano suggerire un torneo a senso unico, i dati di performance sottostanti raccontano una storia diversa. Un'esplosione nel numero di mete segnate e un drastico aumento della precisione nei calci piazzati rivelano uno sport in cui le abilità fondamentali stanno migliorando a un ritmo vertiginoso per tutte le squadre.
Come ha sottolineato la direttrice della competizione, Yvonne Nolan, i dati evidenziano un progresso globale: una media di 9,2 mete a partita e un tasso di successo nei calci del 61%, con un aumento del 10% rispetto all'edizione del 2022. Le nazioni emergenti come Sudafrica, Fiji e Brasile hanno mostrato una crescita impressionante, mentre potenze affermate come Australia e Francia sono considerate le squadre con il maggior potenziale di rapido miglioramento.“Le statistiche raccontano la storia. C'è un divario in alcuni punti, ma in altri le squadre sono molto vicine. Ma stanno tutte guadagnando terreno e possiamo vederlo con i nostri occhi.”
4. La strategia per il futuro? Fare le cose più in grande e con più audacia
Il successo della Coppa del Mondo è stato anche la conferma di una strategia ambiziosa. Le decisioni coraggiose di "fare le cose più in grande e con più audacia" — come organizzare partite in stadi iconici come lo Stadium of Light di Sunderland e Twickenham, e fissare prezzi dei biglietti fino a 95 sterline per la finale — si sono rivelate vincenti. Questa mentalità è diventata un manifesto per la crescita dello sport. Infatti, quando le è stato chiesto quale consiglio darebbe agli organizzatori della Coppa del Mondo Australia 2029, la direttrice generale Sarah Massey ha risposto senza esitazione: "Fare le cose in grande e con più audacia. Abbiamo avuto quell'ambizione fin dall'inizio e bisogna credere in se stessi."
Questo approccio è ciò che continuerà a spingere il rugby femminile verso nuovi orizzonti, trasformando il potenziale in realtà. L'era delle Red Roses, quindi, non è una conclusione ma un invito: un punto di riferimento che sfida il resto del mondo a investire, innovare e raggiungere lo stesso livello. Il dominio inglese non è la fine della storia, ma il catalizzatore di un movimento globale che sta crescendo più velocemente e in modo più ambizioso che mai. La vera domanda ora non è chi potrà fermare l'Inghilterra, ma quante nazioni si uniranno a lei ai vertici del rugby mondiale?
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