Il Galles chiede il mondiale a zero vittorie: WRU Sotto Accusa

Il sipario è calato sulla Coppa del Mondo femminile di rugby del 2025, e per il Galles, la rassegna iridata è stata un vero e proprio incubo. Con zero vittorie e un'eliminazione dolorosa nella fase a gironi, questa è la prima volta che una squadra senior gallese, maschile o femminile, non riesce a vincere una singola partita in una Coppa del Mondo. Un risultato ampiamente considerato un fallimento, che ha sollevato un coro di critiche feroci, non solo sulla performance in campo, ma anche sulla gestione della Welsh Rugby Union (WRU).

Un tracollo in campo: standard minimi non raggiunti

Le aspettative pre-torneo puntavano al raggiungimento dei quarti di finale, ma la realtà è stata ben diversa. Il Galles ha subito sconfitte pesanti contro Scozia (38-8), Canada (42-0) e Fiji (28-25). L'ex capitano del Galles, Ken Owens, non ha usato mezzi termini: "Per me, come persona gallese, un quarto di finale è uno standard minimo". Ha ricordato come quattro anni fa la squadra femminile avesse raggiunto i quarti di finale, sottolineando che "da un punto di vista delle prestazioni, non è stato un successo". Keira Bevan ha ammesso che la sconfitta iniziale contro la Scozia ha di fatto "smantellato" la squadra. Le analisi post-partita hanno evidenziato "errori difensivi e difficoltà nelle fasi di gioco statico", con i "set-piece del Galles" che sono crollati contro il Canada.

La WRU sotto accusa: decisioni controverse e richieste di responsabilità

Gran parte delle critiche si sono concentrate sulle decisioni della WRU. Il tour di preparazione di due partite in Australia, organizzato "tre settimane prima di una Coppa del Mondo in Inghilterra", è stato etichettato come "una sciagura" dall'ex arbitro internazionale Hugh Watkins, che ha sottolineato la vicinanza del torneo (a sole 150 miglia da casa). Watkins ha anche detto esplicitamente che "Belinda Moore, responsabile del rugby femminile della WRU, deve essere ritenuta responsabile di questa debacle". Le perplessità sulle aspettative della WRU sono state espresse anche da Ken Owens, che ha ironicamente commentato: "Se questa è l'aspettativa della WRU - uscire nella fase a gironi - allora è un triste stato di cose".

Contratti professionali: un Investimento che non paga ancora

Una delle note più dolenti è il divario tra investimenti e risultati. Il Galles vanta "37 giocatrici sotto contratto — più del Canada — e il supporto delle nuove strutture WRU", con la promessa di creare due squadre femminili professionistiche entro il 2026. Eppure, questo notevole investimento non si è ancora tradotto in competitività sul campo. Jasmine Joyce-Butchers ha respinto l'idea che le risorse fossero il problema: "Abbiamo contratti, strutture e supporto. Non credo che questa sia più una scusa. Come individui, dobbiamo guardare a noi stesse e a cosa possiamo fare di più". Anche l'allenatore Sean Lynn ha messo in discussione pubblicamente la forza e la condizione fisica della squadra, un problema già emerso dopo un Sei Nazioni senza vittorie.

Uno sguardo al futuro: giovani promesse, cautela e necessità di un cambiamento radicale

Nonostante il buio, ci sono stati "momenti interessanti nella campagna gallese, in particolare con l'introduzione delle adolescenti Branwen Metcalfe, Seren Lockwood e Tilly Vucaj". Joyce-Butchers ha elogiato le nuove arrivate, notando l'energia che portano. Tuttavia, l'ex numero 8 Sioned Harries ha messo in guardia contro l'eccessiva fretta di lanciare i giovani talenti: "L'abbiamo già visto – buttare dentro le ragazze, aspettarsi prestazioni immediate, poi scartarle. Chi si assicura che queste giovani siano supportate quando fanno il grande passo?". La Coppa del Mondo ha offerto una "dolorosa dose di realtà" per il rugby femminile gallese, che non è riuscito a migliorare le performance rispetto al Sei Nazioni precedente.

La campagna della Coppa del Mondo 2025 ha evidenziato profonde lacune sia a livello di prestazioni che di gestione. Nonostante la professionalizzazione, la squadra non ha soddisfatto le aspettative, scatenando aspre critiche. È chiaro che la WRU necessita di una "revisione approfondita delle strategie di preparazione e gestione", con un'enfasi sulla responsabilità e un approccio più sostenibile allo sviluppo dei talenti. Il futuro del rugby femminile gallese dipenderà dalla capacità di imparare da questo "disastro" e di implementare cambiamenti concreti.

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