Stanza 437: panchine vuote in Serie A femminile. I tutoraggi funzionano davvero?
Forse questa domanda รจ solo una provocazione, o forse no e nasce leggendo le formazioni che le varie squadre ci mandato di solito tra il sabato e la domenica prima di una giornata del campionato di Serie A. Specialmente in queste ultime giornate, abbiamo potuto notare che sono diverse le squadre che non si sono presentate in campo con l'organico al completo (le canoniche 23 giocatrici).
Questa domenica รจ stata la volta di Torre Del Greco (16) e Verona (17), ma abbiamo potuto appurare che ciรฒ รจ accaduto ad altre squadre nel corso di tutto il campionato ed in entrambi i gironi.Si parla molto della riforma che sta per investire tutto il sistema "rugby femminile", ma nonostante si parli di boom di tesserate, questa esplosione evidentemente non รจ sufficiente a garantire il fatto che ogni domenica ci siano sui vari campi d'Italia 437 giocatrici (23 giocatrici per 19 squadre di Serie A).
Per ovviare a questo problema รจ stato sviluppato un paio di anni fa il sistema dei tutoraggi, ovvero una regola che consente alle giocatrici di avere un doppio tesseramento, potendo cosรฌ disputare il campionato di Serie A a 15s e contemporaneamente la Coppa Italia (o X-Rugby dopo la riforma dello scorso anno), in modo da dare alle giocatrici provenienti da societร piรน piccole o meno strutturate la possibilitร di poter giocare a 15s in una societร tutor. Sembra che questa soluzione non sia poi cosรฌ tanto funzionale: societร che non rilasciano le giocatrici ai club di Serie A, ragazze che preferiscono giocare in quella che era la Coppa Italia (pur senza piรน nemmeno l'obiettivo della finale), piuttosto che giocare a 15s, quando sono pronte per farlo, concomitanza di date e mille altre cose che sembrano impedire il corretto funzionamento di un sistema che come per Inghilterra e Francia qualche anno fa (li sono state rese obbligatorie le 2e squadre) doveva rappresentare una soluzione al problema dei numeri.
Si perchรจ andare a giocare in 16, magari senza nessun cambio per la mischia o con ragazze infortunate o non al meglio che si sacrificano per mandare in campo le compagne, ha forse un che di pionieristico che ci riporta al rugby delle origini, ma che (senza nemmeno volutamente sfiorare il problema della sicurezza ed incolumitร delle ragazze), ci pone un grosso problema relativo alla crescita ed alla qualitร del campionato e non siamo sicuri che una riforma geografico/meritocratica del torneo possa essere la soluzione al problema.
Cosรฌ mentre pensiamo alla riforma di questo campionato (ormai imminente) forse dovremmo chiederci come fare a trovare ogni domenica 437 giocatrici visto che in Italia ne abbiamo (secondo stime FIR) ben 8000. Abbiamo aperto con una domanda chiudiamo con due:siamo davvero sicuri che alle nostre ragazze che stanno sui campi interessi davvero giocare innalzare la qualitร del gioco, migliorarsi e migliorare la qualitร del sistema rugby femminile, con i fatti e non solo a parole? Siamo davvero sicuri che i club siano disposti a lavorare (magari anche insieme) per far crescere questo movimento?
Qualunque siano le risposte un fatto รจ certo il livello comincerร ad alzarsi solo se troveremo il modo di riempire ogni domenica "la stanza 437".
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