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Dopo il mondiale quali sfide strutturali attendono le 12 partecipanti ?

Quello che si è appena concluso è stato un mondiale bellissimo, abbiamo ancora negli occhi le immagini di partite memorabili come la finale, le semifinali o la splendida vittoria delle Azzurre con gli USA. 

L'assunto principale del rugby però recita "avanzare e continuare" e siccome a noi guardare indietro non piace proviamo a capire quale sarà la direzione che intraprenderanno a breve e da qui al prossimo mondiale le 12 federezioni protagoniste del torneo in Nuova Zelanda. 

Nuova Zelanda

La lista delle cose da fare per New Zealand Rugby (NZRU) sulla scia del successo delle Black Ferns è lunga. Garantire più partite casalinghe per la propria nazionale, espandere e migliorare le competizioni nazionali come il Super Rugby Aupiki e nominare rapidamente una nuova squadra di allenatori per costruire un piano triennale per far crescere la propria base, queste dovrebbero essere tutte priorità nelle settimane e nei mesi a venire. Aggiungete a ciò l'urgente necessità di un piano di marketing intelligente per sostenere l'interesse che le Black Ferns hanno generato negli ultimi due mesi - qualcosa che sarà una sfida con poche partite casalinghe all'orizzonte (a meno che la Nuova Zelanda non ospiti la prima edizione del WXV).

Come l'editorialista Jim Kayes ha scritto nel fine settimana "Il rugby neozelandese ha solo bisogno di spostare la sua miope attenzione dagli All Blacks". NZRU ha ricevuto critiche giustificate nel corso degli anni per la sua gestione del rugby femminile, ma la pandemia ha messo fine a piani davvero poco entusiasmanti per la squadra e consentito di giocare più che mai, le migliori giocatrici del paese stanno guadagnando più della maggior parte delle loro controparti internazionali. Se coloro che gestiscono il gioco in Nuova Zelanda (e sarebbe il caso di avere un po' più donne lì) riusciranno a farlo bene, potrebbe essere questo l'inizio di un'altra era di dominio delle Black Ferns.

Inghilterra

È difficile persino pensare a quale devastazione mentale le giocatrici e gli allenatori inglesi devono aver provato alla fine di una finale di Coppa del Mondo che per una volta sembravano predestinati a vincere. Fuori dal campo tuttavia il rugby femminile inglese sembra in buona salute: la crescita costante della Premier 15, completata dalla nomina di un nuovo CEO durante la Coppa del Mondo, e la continua crescita dei numeri della base, il forte interesse di media, tv e fan, significa che il profilo del gioco è costantemente in salita.

Tuttavia, ci sono decisioni da prendere: la principale tra queste è quella di capire se portare una nuova squadra di allenatori alla nazionale, con Simon Middleton che ora ha fatto due cicli di Coppa del Mondo. C'è una revisione in arrivo e se è difficile criticare una squadra che ha sfruttato così spietatamente i suoi punti di forza e ha fatto così bene per così tanto tempo, ma è altrettanto difficile non pensare che lo stile di gioco dell'Inghilterra abbia finito per penalizzare il reparto delle trequarti, che schiera alcune delle migliori giocatrici del mondo: Emily Scarratt è stata usata così poco in attacco per esempio ai Mondiali, che quando ha avuto possibilità di attaccare, sembrava stranamente timorosa. Questa è sicuramente una squadra che dovrebbe avere licenza di giocare in un modo che metta in mostra tutti i propri talenti perché le Red Roses hanno assolutamente le giocatrici per farlo.

Francia

Deju vu per la Francia che è arrivata terza ancora una volta. La perdita di Laure Sansus è stata chiaramente enorme per la Francia, e sebbene Pauline Bourdon abbia fatto molto bene, non è Sansus e il suo processo decisionale e la sua leadership sono stati persi con grande danno per la squadra francese.

Detto questo, la Francia ha bisogno di cambiare qualcosa se non vuole essere l'eterna medaglia di bronzo. Sebbene in Francia siano sempre stati orgogliosi del loro status ibrido, è tempo che la Francia supporti tutte le sue giocatrici affinché diventino professioniste a tempo pieno in modo permanente. La loro struttura semiprofessionale ha mostrato tutti i suoi limiti e – nonostante tutte le giustificazioni addotte dalla FFR – non può certo continuare. A differenza di molti delle federazioni del 6 Nazioni i francesi hanno le risorse per farlo. Non possiamo poi non interrogarci sul cambio dello staff di allenatori pochi mesi prima della Coppa del Mondo, che alla fine non ha prodotto nulla di diverso, se non alcune polemiche che hanno più volte rischiato di compromettere il percorso della squadra.

Canada

Una delle squadre più ammirate dell'intera Coppa del Mondo è stata il Canada. Ma le infaticabili canadesi sono certamente rimaste deluse dalla loro ultima uscita, dopo un così bel torneo. Se la sconfitta con la Francia nulla toglie al Canada in termini di impegno e qualità è ormai evidente che questa è una squadra che trarrebbe enormi benefici da un supporto più consistente, che sfociasse almeno in una struttura semiprofessionale. La sfida del Canada è trovare risorse per la squadra poichè, sebbene la federazione canadese possa assolutamente fare di più, essa non ha neanche lontanamente le risorse economiche delle squadre con cui il Canada deve confrontarsi, e quindi fanno affidamento sui tornei da disputare per sfruttare al meglio il tempo per allenarsi assieme.

Incoraggiare le giocatrici ad andare a giocare all'estero, soprattutto in Inghilterra, per ora sembra essere una strategia funzionale per conformare i loro migliori talenti agli standard più alti, ma una competizione universitaria più forte e strutturata (dalla quale arrivano molti dei talenti canadesi) e un torneo casalingo nel quale possano giocare le migliori giocatrici devono essere tra gli obiettivi a lungo termine. Rugby Canada deve anche trovare i mezzi per investire nei contratti delle proprie giocatrici nazionali, sia attraverso investimenti commerciali che con mezzi propri. Potenzialmente, con i giusti investimenti, hanno una squadra in grado di vincere una Coppa del Mondo devono solo volerlo fare (e risucirci).

Italia

L'Italia ha disputato la migliore Coppa del Mondo di sempre, e questo significa in assoluto, per uomini e donne. Nessuna squadra italiana aveva mai raggiunto i quarti di finale prima e le Azzurre hanno scritto uno dei capitoli più importani della storia del rugby italiano. Quindi, la sfida per l'Italia sarà capire se desidera accelerare su questo percorso e costruire sul successo ottenuto in Nuova Zelanda o continuare ad aumentare lentamente il supporto per la propria squadra femminile e per tutto il movimento.

Il divario tra il supporto (e il prestigio) dato alle squadre nazionali maschili e femminili è probabilmente maggiore in Italia che in qualsiasi altra partecipante al Sei Nazioni. Le cose stanno gradualmente cambiando, ma occorre fare di più, soprattutto dal punto di vista finanziario. I contratti per le giocatrici sono arrivati poco prima della Coppa del Mondo e devono rimanere in essere. L'Italia ha ottenuto risultati notevoli come squadra dilettantistica, ma contro avversari sempre più professionisti ha raggiunto il limite di ciò che può essere fatto all'interno della sua struttura attuale.

Un'altra sfida risiede forse nella futura composizione dello staff di allenatori, che potrebbe aver bisogno di essere rinnovata. Andrea di Giandomenico è un allenatore meraviglioso e ha fatto miracoli, ma è il capo allenatore dell'Italia dal 2009. Non può andare avanti per sempre e deve essere messa in atto una sorta di successione che si basi su ciò che ha raggiunto.

Probabilmente però la sfida più complessa sarà quella legata alla crescita qualitativa del campionato. La creazione di un torneo di Eccellenza non risolve certamente i problemi legati allo sviluppo del gioco, che si regge su numeri ancora precari ed una qualità talvolta discutibile, con troppe partite che terminano con un divario molto ampio. Un campionato che cresca di livello, in grado di generare interesse nel pubblico e nei media e attirare giocatrici di qualità anche da altre nazioni (non solo Tier 2 e 3) è certamente la sfida da vincere per proiettare l'Italia nel gotha del rugby femminile mondiale.

Australia

Ad ogni Coppa del Mondo vediamo l'incredibile potenziale che ha l'Australia, e dopo ogni Coppa del Mondo le migliori giocatrici scompaiono dalla vista per riemergere giusto in tempo per la prossima Coppa del Mondo. La sfida per l'Australia è quindi questa: creare una base di giocatrici che giochi abitualmente il rugby a 15s ad alto livello. La ARU prenderà sul serio il rugby femminile a 15s o no? Ora avranno il WXV e dovranno gareggiare con gli Stati Uniti ogni anno per ottenere un posto nella massima divisione. Ci sono tutti gli ingredienti di cui hanno bisogno per diventare una delle prime quattro nazioni al mondo. Devono solo volerli usare.

Sì, come con quasi per tutte le altre squadre, il problema sono le risorse e i finanziamenti, ma se in passato per le giocatrici dell'Australia non c'era grande volontà e desiderio di sviluppare il gioco a 15s (è noto che a quelle latitudini si preferisco il 7s ed il League) adesso indubbiamente le giocatori ce questa volontà ce l'hanno. Molto è stato fatto in Australia negli ultimi due anni per costruire il campionato nazionale e il Super W è stato un'aggiunta molto gradita al panorama domestico. Le cose stanno accadendo e ora bisogna tenere il piede sull'acceleratore. La ARU dovrà affrontare un bel dilemma tra 7s e 15s, con Olimpiadi e Coppa Del Mondo femminile che si disputaranno in Australia nei prossimi anni.

Galles

Così vicini ma così lontani dall'elite del rugby femminile mondiale, il Galles torna a casa ottimista sul fatto che questo mondiale possa essere un trampolino di lancio per qualcosa di più e di meglio in futuro. Con gli investimenti in crescita, i contratti per le migliori giocatori e apparentemente una squadra di allenatori consolidata, il Galles dovrebbe beneficiare di un grande sviluppo nei prossimi tre anni.

Nel lungo periodo c'è molto lavoro da fare per il rugby femminile gallese, non ultimo sicuramente lo sviluppo di una strategia che veda almeno alcune delle sue migliori giocatrici giocare in Galles. È scertamente un record (positivo? Negativo?) il fatto che nessuna giocatrice della squadra che ha partecipato ai Mondiali abbia giocato a rugby in una squadra gallese in questa stagione, un promemoria del fatto che i campionati non sono di qualità sufficiente, qualcosa che deve assolutamente cambiare se WRU vuole radici sostenibili per sviluppare il proprio gioco. 

Stati Uniti

Gli USA hanno raggiunto i quarti di finale ma hanno chiuso la Coppa del Mondo con una sola vittoria – contro il Giappone, 12° e ultimo in classifica – e con nette sconfitte contro Italia e Canada (due volte). Le padrone di casa dei Mondiali del 2033 devono sicuramente agire per fermare un possibile lento declino rispetto al resto del mondo. Sebbene ci siano state alcune prestazioni positive, la fredda e dura realtà è che questo è stato il loro peggior piazzamento in Coppa del Mondo e se non faranno qualcosa potrebbero anche scivolare sotto il 7° posto nel 2025.

Fino ai Mondiali del 2014 c'era poco da scegliere tra gli Stati Uniti e i loro grandi rivali, il Canada, ma da allora gli Stati Uniti hanno battuto il Canada solo due volte in 12 partite, l'ultima vittoria è arrivata nel 2019. Non possono continuare ad essere una squadra totalmente dilettantistica e mantenere un posto al tavolo delle migliori, ma trovare gli investimenti necessari rimane una sfida enorme. Il loro più grande vantaggio è il fatto che ospiteranno la Coppa del Mondo tra un decennio e questo servirà a concentrarsi sul fatto che la squadra ha bisogno di più aiuto e supporto per rimanere competitiva. Contratti per le giocatrici della nazionale ed un campionato di alto livello dovranno essere le priorità nel breve periodo.

Fiji

Una delle squadre che la gente ha assolutamente amato guardare è quella di Fiji, che ha entusiasmato tutti e ha mancato di poco un posto nei quarti di finale nella loro prima Coppa del Mondo, cosa che sarebbe stata un successo straordinario.

La loro mancanza di esperienza nei test match e nel rugby a 15s in generale è costata molto in termini di risultati, ma le grandi qualità che abbiamo intravisto nella partita contro l'Inghilterra fanno presumere che con più allenamento e tempo insieme, le Fiji saranno sicuramente una squadra da tenere d'occhio nel prossimo futuro.

Come le altre squadre dell'Oceania hanno bisogno di giocare di più - cosa che accadrà con il WXV - e migliorare la loro disciplina e la forma fisica, in modo da poter giocare in modo affidabile per tutti gli 80 minuti. La sfida da vincere è quella inerente a come finanzieranno il coaching e garantiranno il supporto tecnico necessari per raggiungere il loro potenziale.

Sud Africa

Il rugby femminile in Sud Africa ha fatto enormi progressi negli ultimi anni. Circa 19 delle  migliori giocatori della nazionale avevano già un contratto prima della Coppa del Mondo, un numero che salirà a 30 l'anno prossimo, mentre lo sviluppo del gioco in casa e della qualità del campionato è uno degli obiettivi principali che la SARU sta gradualmente perseguendo. Mentre la squadra è rimasta delusa per non aver vinto nemmeno una partita ai Mondiali, l'emergere di stelle come la numero otto Aseza Hele, che si è dimostrata una delle portatrici di palla più potenti di tutto il torneo, ha ricordato a tutti che c'è un enorme talento latente in Sud Africa, che ha solo bisogno di essere coltivato.

La squadra ha spesso giocato in modo ingenuo, ma con più partite, esposizione mediatica ed il supporto costante della propria federazione, sarà sicuramente una squadra da tenere d'occhio nel prossimo futuro. L'arrivo di Lynne Cantwell per sovrintendere al loro programma ha già dato buoni risultati e sicuramente darà ancora più frutti negli anni a venire.

Scozia

La Scozia è stata felicissima di qualificarsi semplicemente per la sua prima Coppa del Mondo dopo oltre un decennio, ma deve essere stata molto delusa dai risultati complessivi ottenuti. Le scozzesi pur essendo così vicine alla qualificazione ai quarti di finale, sono tornate a casa senza vittorie. 

Questa è la loro sfida immediata: imparare a vincere. Perdere una partita con uno scarto minimo, occasionalmente per un punto o due non è così insolito in nessuno sport, la domanda alla quale rispondere è perché per la Scozia al momento sembra accadere sempre? L'abilità delle giocatrici e il supporto ci sono, ma sembra che sia necessario qualcos'altro per aiutare questa squadra a superare finalmente i propri limiti. Sarà interessante osservare se la SRU cambierà la sua squadra di allenatori: è necessario qualcosa di nuovo da qualche parte per trasformare quelle piccole sconfitte in vittorie. 

A lungo termine il gioco in Scozia dovrà poi affrontare le stesse sfide affrontate dal Galles: gli investimenti devono essere trovati. Nuove giocatrici devono essere scoperte e sostenute con un percorso di sviluppo ed un campionato domestico che non richiedano loro di varcare sempre il confine ed andare a giocare in Inghilterra se hanno ambizioni internazionali.

Giappone

Il Giappone è stata l'unica squadra a concludere la Coppa del Mondo senza guadagnare neppure un punto finendo ultima nel girone B dopo aver perso contro Canada, Italia e Stati Uniti. 

I preparativi del Giappone per la Coppa del Mondo sono stati colpiti dal Covid più di qualsiasi altra squadra, e sicuramente le nipponiche hanno semplicemente bisogno di giocare più rugby a 15s, specialmente al di fuori dell'Asia, dove non perdono una partita da quasi nove anni. Di conseguenza beneficeranno enormemente dal WXV dove, in qualità di miglior team asiatico, avranno un posto garantito le WXV2, dove ad oggi incontrerebbero Irlanda, Italia, Australia, Sud Africa e Fiji. 

Ci sono giocatrici di grande talento in questa squadra e potenzialmente il Giappone è in grado di impensierire tutte le avversarie anche se nel prossimo futuro il profilo fisico dovrà essere incrementato. Gli investimenti promessi nello sviluppo del campionato domestico attireranno molte giocatrici da Nuova Zelanda, Australia e Fiji e questo potrebbe creare le premesse necessarie per lo sviluppo di una nazionale in grado di superare il girone di qualificazione nel prossimo mondiale.

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