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Perchè vorrei che l'Inghilterra vincesse la Coppa del Mondo

Mancano pochi giorni ormai, alla fine di questa settimana sapremo se la squadra di rugby inglese di maggior successo della storia sarà riuscita a fare ciò che ci si aspetta e portare a casa la Coppa del Mondo di rugby femminile.


Se lo faranno, molti diranno che è naturale che sia così dato che sono professioniste che competono contro squadre semiprofessionistiche e se non lo faranno, questo sarà l'argomento principale per tutti coloro che ancora si risentono del denaro investito in una parte del gioco che non guarderanno o ameranno mai.

Sarò impopolare (so che qui tutti o quasi fanno il tifo per la Nuova Zelanda) o forse la questione non interesserà granchè, ma per me la realtà è che l'Inghilterra dovrebbe vincere per tanti motivi, più uno (come le caramelle di Harry Potter) che è perchè io faccio il tifo per loro.

Tornando seri, se partiamo dal gioco le Black Ferns, hanno perso due volte e pesantemente contro l'Inghilterra l'anno scorso, anche se è vero che le due squadre oggi sono piuttosto diverse, per tanti motivi, è innegabile che da quel tour con l'avvento di Wayne Smith come capo allenatore ci sono stati miglioramenti incredibili nelle loro prestazioni, ma le neozelandesi non hanno ancora la qualità a tutto tondo dell'Inghilterra. Quello che hanno è un record che le ha viste battere l'Inghilterra cinque volte nelle finali precedenti e questa barriera psicologica avrà ancora un certo peso, così come l'Inghilterra ha un record di vittorie consecutive, ma se le Red Roses non staranno bene mentalmente ad Auckland, scopriranno che lo sport non si preoccupa del loro record di vittorie; si tratta di pragmatismo. L'attenzione deve essere specifica sulla partita gioco, non orientata ad altro. Negli ultimi due incontri l'Inghilterra ha fatto faticare molto le Black Ferns con il gioco al piede e soprattutto nella rimessa laterale. Questo non solo ha mantenuto l'Inghilterra sul piede avanzante per tutte e due le partite, ma ha anche permesso alle Red Roses di far funzionare perfettamente la loro arma migliore ovvero la maul.

Questa è diventata una tattica di tale successo che ha attirato critiche da più parti, con il gioco inglese che è stato bollato come "noioso" da molti addetti ai lavori, che hanno contrapposto a questa tattica il gioco spumeggiante delle trequarti neozelandesi. Ho però l'impressione che questo commento sia dovuto ad una sorta di frustrazione delle avversarie, incapaci di porvi rimedio. La struttura che ha portato l'Inghilterra alla prima meta contro il Canada in semifinale è stata eseguita come da manuale e comportava non poca abilità per essere efficace visto che anche il Canada sa come gestirla e difenderla, questo indipendentemente dal fatto che i cosiddetti addetti o appassionati possano apprezzarla o meno.

L'allenatore Simon Middleton è stato, imprudentemente, coinvolto in un battibecco su questa critica, quando ha risposto alle critiche di alcuni giornalisti neozelandesi. Forse invece di spiegare e difendere il suo modello di gioco avrebbe dovuto semplicemente fare quello che nel rugby maschile fanno gli Springboks quando vengono criticati per il loro gioco e dire: “ti è permesso usare la stessa tattica; non è che ci viene concesso un vantaggio. Siamo qui per vincere il torneo non per essere belli da guardare"

In una finale di Coppa del Mondo l'obiettivo primario è vincere. La Francia ne sa qualcosa, dopo aver fatto una bellissima partita ed averla persa in semifinale con le Black Ferns. Se vuole portare a casa la Coppa l'Inghilterra dovrà usare la mazza, come si dice in gergo, e non scusarsi per averlo fatto. Il modo migliore per fermare giocatrici di talento come Stacey Fluhler e Portia Woodman è non far avere loro la palla.

Al contrario, le Red Roses dovranno massimizzare le capacità di corsa di Abby Dow e Claudia McDonald, mettendole in grado di far male alle difesa neozelandese. L'Inghilterra ha la grande capacità di manipolare le difese avversarie, non ha bisogno di soluzioni estemporanee, cosa che caratterizza invece spesso il gioco della Nuova Zelanda. La prestazione dell'Inghilterra dovrà basarsi sul fatto che il resto del gruppo trasformi in punti il vantaggio fisico dato da Marlie Packer e da tutta la mischia ma questo deve essere fatto con intelligenza. La Nuova Zelanda ha bisogno di essere sfidata a qualcosa di più di un braccio di ferro li davanti, ha bisogno di essere allungata al largo ed in profondità, le devono essere instillati dubbi consistenti su come e dove difendere. A livello personale, le giocatrici dell'Inghilterra hanno stabilito i propri standard ed è compito di ognuno di loro eguagliare quei livelli davanti ad una sfida più grande e complicata del solito. Interiorizzare quella sfida e accettare il ruolo della favorita non è facile. È una mentalità molto più semplice di quella dello sfidante che è li per provarci.

A parte gli aspetti puramente rugbystici in questa partita, ci sono altri motivi per cui l'Inghilterra ha bisogno di vincere questa volta, e non mi aspetto che qualcuno che non sia dentro alle meccaniche di sviluppo del gioco sia d'accordo con quello che penso. Qualunque sia la tua opinione, queste verità rimangono, per quanto sgradevoli potresti trovarle. 

Il rugby femminile è arrivato ad un punto cruciale del proprio percorso di sviluppo. È l'unica parte del rugby (dati alla mano) che sta crescendo in termini di numeri e di partecipazione. Come ho scritto molte volte, il futuro a lungo termine del rugby globale, sarà sostenuto in maniera importante dalla crescita della qualità del gioco in almeno una decina di squadre. Se guardiamo la direzione che stanno prendendo altri sport, anche quelli molto più consolidati, come il calcio, dobbiamo riconoscere il modo in cui stanno andando le cose ed innegabile la crescita dello sport femminile a tutto tondo. La prossima Coppa del Mondo femminile che si giocherà in Inghilterra può e dovrebbe essere la migliuore di sempre, in tutti i sensi: pubblico, qualità del gioco e commercialmente. 

L'investimento che la Rugby Football Union ha fatto nel gioco professionistico femminile ha mostrato cosa si può ottenere con le giuste risorse e ha messo in grande difficoltà le altre federazioni, che sono rimaste a guardare e stanno cercando soluzioni su come finanziare sistemi simili per competere, per evitare di fare sempre più le comparse a livello internazionale nel prossimo futuro. Quella lezione potrebbe essere sbattuta in faccia al mondo con le Red Roses che sollevano il premio più grande, nel cortile di casa del paese che ospita la squadra di rugby di maggior successo nella storia del rugby femminile. Solo allora il resto del mondo sarà convinto di dover apportare i necessari cambiamenti strutturali, partendo dalla qualità delle giocatrici e dei campionati domestici, per avere una nazionale in grado di competere con l'Inghilterra.

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