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Sei Nazioni 2023: un torneo con vista mondiale

Mentre usciamo da un anno insolitamente movimentato per il rugby femminile, ci chiediamo cosa ci sarà da aspettarsi dal 2023 e non possiamo che dare uno sguardo al prossimo Sei Nazioni, che sarà un torneo molto diverso da quello del 2022, perchè fungerà da qualificatore al WXV.

Il WXV, che dovrebbe iniziare il prossimo autunno è l'aggiunta di gran lunga piĂ¹ importante e innovativa al calendario del rugby mondiale. L'impresa è così grande che World Rugby non ha ancora divulgato tutti i dettagli. La cosa piĂ¹ importante di tutte: dove si svolgerĂ ? La Nuova Zelanda si è giĂ  prenotata per ospitare la versione 2024, quindi il buon senso impone che il torneo inaugurale del Tier One debba svolgersi in Europa. Solo lì WR puĂ² essere sicura di avere un pubblico consistente sugli spalti, ma anche dietro alla TV, criterio necessario per soddisfare le compagnie televisive e sponsor ed ottenere una copertura mediatica piĂ¹ completa possibile. Rumors dicono la Francia, dove il seguito del gioco femminile è forse il maggiore del mondo. 

Le lettere importanti nel nuovo acronimo sono le ultime due, XV.  Questo è il grande tentativo di World Rugby di garantire che il marchio "Rugby" non sia sommerso dalla costante attrazione delle nazioni emergenti (e non solo di queste) per il Sevens. 

Dobbiamo ammettere che la maggior parte degli occhi sarĂ  puntata sul Tier One, che coinvolgerĂ  sei delle principali potenze del rugby mondiale. Ma WR guarda molto oltre, per ampliare le opportunitĂ  per le molte nazioni che soffrono ancora di un'esposizione limitata al rugby internazionale di alto livello e questo include alcune di quelle stesse prime sei, come Canada e USA per fare un esempio. L'unico torneo annuale a raggiungere quel tipo di livello rimane il Sei Nazioni, per il quale noi europei dovremmo essere sempre grati. 

Quando il torneo è stato annunciato per la prima volta nel marzo 2021, WR stava mettendo da parte 6,4 milioni di sterline per coprire le spese. In un'epoca di inflazione dilagante quella somma si dimostrerĂ  ancora sufficiente? I costi saranno assolutamente enormi. Diciotto nazioni avranno bisogno dei fondi per riunirsi in una delle tre localitĂ  (i tre livelli funzioneranno separatamente). Si tratta di un impegno finanziario che supererĂ  quello della Coppa del Mondo: piĂ¹ squadre coinvolte, e su base annua. 

L'avvento di questo torneo significherĂ  l'addio ai tour autunnali e l'arrivo di una regolare dose di partite di alta qualitĂ . Il modo in cui verranno assegnati i posti nei tre livelli aggiunge ancora piĂ¹ gusto al Sei Nazioni 2023. Solo le prime tre classificate si qualificheranno per il Tier One; i le successive due per il Tier Two. CiĂ² lascerĂ  la nazione con il cucchiaio di legno con la poco invidiabile prospettiva di competere nel livello tre. Se l'ordine di classifica dovesse rimanere lo stesso del 2022, avremmo: Inghilterra, Francia e Galles al Tier 1 Irlanda e Italia al Tier 2 Scozia al Tier 3.  Ma i tempi stanno cambiando. La maggior parte delle giocatrici coinvolte avrĂ  firmato dei contratti prima del Sei Nazioni ed è difficile dire come ciĂ² influirĂ  sui risultati; ognuna delle sei squadre sentirĂ  di avere maggiori possibilitĂ  di successo, ma hanno tutte qualcosa da dimostrare. Diamo un'occhiata alle singole squadre, per vedere di capirci qualcosa in piĂ¹.

IRLANDA

Pur delusa oltre misura per non essere riuscita a fare il viaggio ad Aotearoa, l'osservatore imparziale deve vederla come una squadra capace di cogliere quell'importantissimo terzo posto che le garantirebbe il Tier One, fondamentale per un rilancio del gioco a XV che in Irlanda, anche dopo l'annuncio di contratti centralizzati, sta incontrando non pochi problemi. Per contrastare le rimanenti carenze nelle sottostrutture del gioco femminile, le Girls in Green dovranno lavorare molto e fondamentalmente trovare un accordo con la IRFU per poter incrementare i numeri e la qualitĂ  a livello di club.

SCOZIA

The Thistle (Cardi, è possibile che questo diventi il ​​loro nome ufficiale, al posto di Dark Blues) potrebbero ancora liberarsi dello stigma delle eterne perdenti. Hanno avuto una grande spinta con il ritorno alla RWC dopo oltre un decennio; i contratti stanno arrivando, ma in Scozia soffrono ancora della mancanza di profonditĂ  nella loro squadra d'Ă©lite e di un campionato di livello molto basso. Come per l'Irlanda, devono risolvere le richieste contrastanti di 7s e 15 con risorse e numeri insufficienti per gestirle bene entrambe. La SRU ha un compito molto difficile nell'ampliare il suo pool di giocatori e se non lo porterĂ  a termine con successo sarĂ  molto difficile sollevarsi dalla parte bassa della classifica nel torneo.

GALLES

Come le loro sorelle celtiche, anche il Galles ha adesso a sua disposizione un bel nuovo centro di formazione. Il problema è che, con così tante giocatrici a contratto che giocano per i  club inglesi, organizzare sessioni combinate è  davvero molto complicato. Reduce da una RWC positiva dove ha lottato per battere la Scozia 18-15 ed è arrivato ​​in doppia cifra contro la Nuova Zelanda, il Galles deve risolvere molti problemi finanziari, alzare il livelo dei club e del campionato domestico ed incrementare rapidamente il numero della giocatrici. RiuscirĂ  a ripetere quel terzo posto incredibile dello scorso anno? Io (come molti addetti ai lavori britannici) ne dubito fortemente.

FRANCIA

La Francia è una delle squadre ad avere un coaching staff nuovo di zecca, con Gaëlle Mignot e David Ortiz che hanno preso il posto di Thomas Darracq dimessosi al termine della Coppa Del Mondo. Annick Hayraud rimane invece al suo posto come team manager. Il trio dovrà gestire un gruppo che è uscito dalla RWC con qualche scoria, affrontare un consistente ricambio generazionale e stabilire le responsabilità e le aree di azione individuali, un compito non facile.

Les Bleues eguagliano l'Inghilterra nel non riuscire a raggiungere gli obiettivi stabiliti. Nel loro caso ce ne sono due: rovesciare le inglesi dalla loro posizione di vincitrici quasi permanenti del Sei Nazioni e con soli tre anni di tempo lavorare per raggiungere quel posto inafferrabile in una finale di Coppa del Mondo. Senza dubbio i vertici della FFR dovranno ripensare la loro politica sulla divisione 7s/15s. Le due squadre se la cavano incredibilmente bene così come stanno le cose, ma i trofei (per la nazionale a 15s) rimangono dolorosamente fuori portata.

ITALIA

Le Azzurre sono l'altra squadra ad avere un nuovo allenatore, Giovanni Raineri, che è entrato in carica solo all'inizio di dicembre, quindi avrĂ  il suo bel da fare per trasmettere la sua visione del gioco alle giocatrici. Come le scozzesi, le Azzurre sono state felicissime di unirsi alla festa in Nuova Zelanda; ma a differenza di loro, hanno giocato una RWC di altissimo livello ottenendo due vittorie su tre nella fase a gironi e centrando i quarti per la prima volta nella storia. Gli addetti ai lavori vedono l'Italia ancora come la nazione europea che piĂ¹ probabilmente farĂ  il grande salto in avanti, ma pensare che non ci siano problemi da risolvere o farlo solo con il cieco ottimismo puĂ² essere una cosa pericolosa. Le Azzurre dovranno affrontare un consistente ricambio generazionale, salutando giocatrici iconiche, come Melissa Bettoni o Manuela Furlan che hanno portato negli anni un contributo eccezionale alla crescita della squadra. Anche a livello di numeri, nonostante le cose vadano meglio rispetto a Galles e Scozia la FIR deve lavorare molto e resta da capire se la nascita del campionato di Eccellenza potrĂ  dare quel valore aggiunto al livello delle atlete e del gioco che è necessario per permettere all'Italia di lottare per raggiungere il Tier One e competere poi con le prime 4 nazioni a livello mondiale.

INGHILTERRA

Dopo la delusione mondiale a Londra si era parlato di una revisione tecnica entro la fine di questo mese, ma ancora non ci sono notizie in merito. Per gli appassionati di rugby ed i tifosi delle Red Roses la questione è piuttosto importante. In sostanza significa poter rispondere alla domanda: chi sarà il coach dell'Inghilterra nel primo Round del Sei Nazioni il 25 marzo

Stranamente, l'Inghilterra è l'unica delle sei squadre a non conoscere questo dettaglio fondamentale. Possiamo solo sperare che il comitato di revisione non ripeta il pasticcio empio del 2014, quando l'Inghilterra tornĂ² a casa come vincitrice della RWC e Gary Street fu rimosso dall'incarico per motivi mai chiariti e ancora rinchiusi nelle segrete stanze di Twickenham.

Come tutti le loro rivali nel Sei Nazioni, le Red Roses hanno qualcosa da dimostrare; la sconfitta nella finale di Coppa del Mondo ha ferito tutte le giocatrici in profonditĂ . Anche Wayne Smith ha ammesso che erano la squadra migliore nel panorama mondiale anche in quel torneo, ma non hanno portato a casa la Coppa e questo rischia di pesare molto sulle future prestazioni dello staff e delle atlete.

Tutti gli occhi sono puntati al 29 aprile quando le Red Roses, affronteranno le rivali francesi in casa sul prato di Twickenham davanti a quello che dobbiamo sperare sia un pubblico da record (ad oggi oltre 25.000 i biglietti venduti). 

Per l'Inghilterra, come per la Francia la qualificazione al Tier One è praticamente scontata, ma per entrambe l'obiettivo non puĂ² che essere la vittoria finale nel torneo. Un'altra sconfitta con la Nuova Zelanda potrebbe davvero essere molto pericolosa per il futuro del gioco in entrambe le nazioni.

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