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Dal Sud Africa alle Azzurre: il lungo viaggio di Giovanni Raineri

E' una lunga strada quella che ha portato Giovanni Raineri a diventare il nuovo head coach della nazionale italiana femminile, prendendo il posto di un vero e proprio monumento del rugby azzurro come Andrea Di Giandomenico.

Un viaggio articolato, ma con una costante l'incontro e la collaborazione con alcuni tra i migliori tecnici del panorama mondiale, che hanno accompagnato i primi passi di Raineri nella sua carriera post-giocatore.

L'ex centro azzurro Рparte dell'Italia che ha disputato il Sei Nazioni dal 2001 al 2003 Рdopo aver finito di giocare si ̬ trasferito in Sud Africa per lavorare sotto la guida del suo ultimo allenatore, John Dobson Рora alla guida degli Stormers.

Raineri, si è pagato di tasca propria la sua formazione, con l'obiettivo di fare un'esperienza come allenatore e si è trovato a lavorare al fianco non solo di Dobson, allenando in una formazione della provincia occidentale del Sud Afrcia, con un pool di allenatori che comprendeva anche Allister Coetzee, l'ex allenatore degli Springbok, Rassie Erasmus, il suo successore e vincitore della Coppa del Mondo e Jacques Nienaber, l'attuale responsabile del Sudafrica. Con Dobson potenziale contendente per sostituire alla fine del suo mandato Nienaber, c'è la possibilità che il gruppo di fatto contenesse quattro futuri allenatori degli Springbok.

Per un Raineri alle prime armi, non avrebbe potuto esserci un posto migliore per farsi le ossa come allenatore. Queste le sue parole su quell'esperienza: “Ho lavorato con John Dobson e il suo staff, il che è stato fantastico. Era uno staff di altissimo livello e lavoravamo insieme, con la U21 e la prima squadra nello stesso centro sportivo quindi ho avuto l'onore e la fortuna di far parte di quel gruppo. Ero un dilettante assoluto, ma ho investito in me stesso e ho pagato di tasca mia per essere lì. Non facevo parte dello staff ma ero lì per informarmi e per studiare e fare esperienza dell'alto livello del rugby. Sono rimasto lì per tre anni, doveva essere un anno, ma poi quando ami il rugby e sei in un paese dove si vive e si respira il rugby, un paese bellissimo come il Sudafrica, te ne innamori. Alla fine sono rimasto lì per tre anni!"

Dopo un periodo di tre anni in Sud Africa, Raineri è tornato in Italia dove ha assunto la carica di capo allenatore de L'Aquila Rugby, un club che ha fatto la storia del rugby italiano. Quella è stata un'esperienza fondamentale per il futuro coach azzurro che ha imparato come affrontare le complessità del rugby italiano dentro e fuori dal campo. Una cosa spesso molto più difficile che allenare sul campo.

Da lì, un periodo di sei anni di lavoro con la FIR, in diverse accademie, gli ha dato una buona base, in particolare sotto la guida del suo predecessore nel ruolo di allenatore della nazionale femminile, Andrea di Giandomenico. Raineri ha detto in proposito: “Andrea è il mentore tecnico della FIR, quindi tutti noi giovani allenatori possiamo dire che è il nostro mentore. Ãˆ una grande sfida subentrare a lui, ma ho ereditato una storia straordinaria, quella della nazionale femminile italiana. Hanno fatto così bene negli ultimi anni, che essere qui rappresenta una grande sfida. Per me prendere il posto di Andrea dopo tutti questi anni con la squadra è un grande privilegio”.

Per Raineri, questo è il primo passo nel mondo del rugby femminile, e ammette che ha trovato un ambiente completamente nuovo rispetto a quello in cui era abituato a lavorare. Le Azzurre sono arrivate ai quarti di finale della Coppa del Mondo per la prima volta in Nuova Zelanda lo scorso anno, ma ora intraprendono questo nuovo percorso dopo aver salutato alcune vere e proprie colonne della loro storia recente come le due ex capitane Manuela Furlan e Sara Barattin, così come la tallonatrice Melissa Bettoni e sembra (manca ad oggi l'ufficialità, ma la notizia circola), Maria Magatti.

Raineri in proposito ha detto: “È stata una brutta notizia quando ci siamo resi conto che tante grandi giocatrici hanno concluso la loro carriera in azzurro tutte insieme. Qualunque allenatore non sarebbe felice di perdere Manuela Furlan, Sara Barattin, Melissa Bettoni e Maria Magatti. Sono state giocatrici fondamentali per l'Italia fino alla Coppa Del Mondo e non è facile sostituirle. La giovane generazione di atlete che sta salendo avrà bisogno di anni per raggiungere quel livello”.

La prima partita dell'era Raineri, contro la Spagna è stata un ottimo test, l'Italia ha vinto 22-5 a Barcellona, contro una squadra iberica giovane, ma ricca di talenti. Ora la domanda è quali sono le ambizioni delle Azzurre nel prossimo TikTok Women's Six Nations del 2023, con la partita di apertura contro la Francia a poco più di un mese di distanza. Per l'Italia c'è l'obbligo di fare il meglio possibile per cercare di arrivare nelle prime tre posizioni e guadagnarsi un posto nel Tier 1 del WXV che partirà il prossimo ottobre e fungerà anche da qualificatore alla prossima Coppa Del Mondo in Inghilterra nel 2025.

Raineri è entusiasta della squadra a sua disposizione, ma ammette che in questa fase è probabilmente troppo presto per fare previsioni su ciò che le Azzurre potranno ottenere in questo torneo: “Vogliamo assicurarci di dare il massimo in ogni partita. Ãˆ un nuovo gruppo, non so dove possiamo andare. Ãˆ una nuova sfida per tutti in questa Italia. Vedremo, perché vogliamo il massimo impegno in ogni partita e vedremo dove andremo a finire. Dopo un Mondiale, ci sono tante nuove giocatrici, cambiano le squadre e cambiano gli staff. E' difficile rispondere a certe domande adesso perché, per me, questo è un mondo totalmente diverso e di certo completamente nuovo”.

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