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6 Nazioni femminile, stelle e miti del torneo: Heather Lockart

Parlare di Heather Lockhart è molto più che parlare di una giocatrice scozzese. Heather, pilone della Scozia femminile, non è solo la giocatrice scozzese con più caps (85), ma è anche quella ad avere più presenze nel 6 Nazioni Femminile con la maglia del cardo, avendo raggiunto quota 59, un traguardo mai toccato da nessuna altra atleta scozzese da quando si gioca il Torneo femminile. Heather è anche la giocatrice più vecchia ad essere andata in campo nel torneo, visto che nell’ultimo match disputato il 3 febbraio 2017, la pilona scozzese aveva la ragguardevole età di quasi 46 anni.


“Non avevo avuto comunque tempo di pensare al record, anche dopo essere stata avvisata della possibilità di batterlo, ogni partita fu incredibile – una gioia immensa. Il focus era tutto sul gruppo e sul cercare la prestazione come squadra, quella era la cosa più importante.”, queste le parole del totem scozzese dopo aver ricevuto l'ambito riconoscimento. 

Dal debutto con la maglia della Scozia contro gli Stati Uniti, a Murrayfield, nel novembre 2004 al il primo 6 Nations giocato l’anno dopo, nel 2005. Lockhart ha visto cambiare molte cose: “Sono parte di questo gruppo da molto tempo e ho visto molti cambiamenti. Ricordo che quando ho iniziato giocavo con le ragazze che avevano preso cominciato a giocare gare internazionali nel 1993, poi ho assistito ad un ciclo di ritiri attorno al 2006, dopo la WRWC 2004 e posso dire senza dubbio che quello che abbiamo adesso in essere è un sistema organizzato ed evoluto che permette alle ragazze di crescere continuamente. Personalmente, io prendo ho sempre preso ogni gara singolarmente e mi sono divertita fino all’ultimo minuto passato in campo. Ho giocato a rugby durante gli anni dell’Università, poi ho giocato un anno ad Edimburgo e per un pò, anche, non ho giocato a rugby, tornando all’hockey. 

Proprio giocando ad hockey a Glasgow, paradossalmente, mi sono avvicinata di nuovo al rugby; dopo un allenamento una mia amica (Rachel Robinson) mi ha detto ‘perchè non vieni a giocare a rugby?’ Era giovedì sera e mi ha caricato in macchina con lei! Mi sono detta ‘perchè no?’ e ho ripreso a giocare, ma forse dentro di me avevo davvero voglia di tornare. Ho giocato la mia prima gara con le Hillhead contro le Watsonians nel gennaio 2004 e ho giocato un pò con la squadra di sviluppo nell’estate, prima di entrare in prima squadra. Quando ho cominciato, la struttura che gestiva il rugby femminile era separata da quello maschile, mentre adesso sono tutti sotto la Scottish Rugby. Adesso è tutto più coordinato, c’è sostegno alle spalle che permette di avere strutture le ragazze si possono allenare in modo professionale, il sistema delle Academy e in generale una maggiore attenzione al nostro movimento. Mi ricordo che anni fa dovevamo andare a cercare il nostro risultato sui giornali – e quando c’era, era un paragrafo minimo in un angolo della pagina. Adesso anche grazie ai social media e tutto il contorno l’attenzione sul rugby femminile è aumentata ed è un fattore assolutamente positivo.”

Heather, dopo aver appeso le scarpe al chiodo nel 2017, è tornata ad insegnare hockey e tennis, una delle due uniche insegnanti di tennis in tutta la Scozia per persone con problemi di vista, continuando rappresentare un role model per tutte le donne scozzesi.

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