Breaking News

Sei Nazioni femminile, stelle e miti del torneo: Katy Daley-Mclean

Nella galleria delle leggende del Sei Nazioni femminile non poteva certamente mancare Katy Daley-McLean, che per tutti i media ed i tifosi dell'Inghilterra è "LA" Red Rose per eccellenza. 

Katy Daley-McLean, è una delle migliori giocatrici dell’era moderna e una delle più vincenti di sempre, avendo conquistato otto Sei Nazioni con l’Inghilterra e preso parte a quattro edizioni della Coppa del Mondo, vincendo nel 2014 a Parigi e arrivando al secondo posto nel 2017 a Belfast. Nell’ultimo test match giocato con la Rosa sul petto (e vinto contro la Francia a Twickenham), ha raggiunto quota 116 caps, diventando la terza inglese di sempre per numero di presenze con la maglia della Nazionale. Katy aveva debuttato in Nazionale nel 2007 nel match contro la Scozia.

Per sua stessa ammissione, Daley-Mclean ha avuto un “inizio perfetto” nella sua carriera internazionale, esordendo nella vittoria per 60 - 0 dell'Inghilterra contro la Scozia nel fine settimana di apertura del Sei Nazioni femminile 2007 a St Albans. Entrata come sostituta nel secondo tempo insieme alla futura capitana delle Red Roses Sarah Hunter, la mediana d'apertura ha placato tutta l'ansia che avrebbe potuto provare con una difficile conversione a tempo scaduto dalla linea laterale.

“Mia madre, mio ​​padre e la mia sorellina erano tra la folla. Penso che il senso più grande sia stato di sollievo”, ha detto Daley-Mclean. "Geoff Richards era il capo allenatore all'epoca e di certo non mandava in campo le giocatrici senza motivo".

La prima vera battuta d'arresto di Daley-Mclean con la maglia dell'Inghilterra sarebbe arrivata alla RWC 2010, quando le padrone di casa furono sconfitte dalla Nuova Zelanda nella finale al Twickenham Stoop, perdendo una partita molto combattuta 13 - 10. "Alla fine, essere così vicini a vincere qualcosa, è stato davvero, davvero difficile da accettare", ha detto. "Ma ovviamente, ti fa tornare migliore e più forte e impari molte lezioni." Quell'esperienza, per quanto difficile all'epoca, si rivelò preziosa per le Red Roses quattro anni dopo, quando Daley-Mclean riportò la ringiovanita squadra inglese al vertice del rugby femminile mondiale.

"E, sì, il momento di cui sono di gran lunga più orgogliosa, sollevare quel trofeo con quel gruppo tra staff e giocatrici: è stato immenso."

A 34 anni, Katy, ha deciso di intraprendere la carriera di allenatrice-giocatrice alle Sale Sharks dopo aver vestito la maglia di DMP Sharks e Loughborough Lightnings in quella che è adesso conosciuta come Allianz Power Women's Premiership, la massima serie femminile inglese.

McLean ricorda che quella fu una scelta dettata non solo da una nuova carriera, ma anche e soprattutto da motivi familiari. “Ero appena diventata mamma fa e questo ebbe un impatto determinante nella mia scelta, volevo passare più tempo con mia figlia e il calendario internazionale mi avrebbe portata lontano per molte settimane”.

Apertura molto tecnica, ha anche preso parte alle Olimpiadi di Rio 2016 col Team GB Sevens (chiudendo al quarto posto) e nel 2014 le è stato assegnato un MBE (Member of the Most Excellent Order of the British Empire, onorificenza riservata a chi si è distinto nelle arti e nelle scienze) per quanto fatto nel rugby.

Katy continua a dedicarsi con passione allo sviluppo delle giocatrici inglesi nel campionato domestico (da quest'anno allena anche le nostre azzurre Beatrice Rigoni e Sara Tounesi), ma sicuramente il rugby internazionale da allora ha perso una delle sue migliori giocatrici. Anche le Red Roses, fucina di talenti, ancora non sono riuscite a colmare compleatamente il vuoto lasciato da Daley-McLean all’apertura.

Guardando al futuro, Daley-Mclean si sente motivata dall'opportunità che ha ai Sale Sharks, di crescere come allenatrice e vuole aiutare a costruire una solida base di giocatrici nel nord-ovest dell'Inghilterra. Daley-Mclean potrebbe un giorno tornare al rugby internazionale come allenatrice? Cerco di non farlo, ma a volte ci penso. Mi sono detta, 'Giusto, cosa potrei fare con queste giocatrici?' Ma, come ho già detto più volte, ho letteralmente così tanto da imparare e ne sono davvero entusiasta."

Nessun commento