Breaking News

Dal Pacific 4 Series alla RWC 2025: le Black Ferns in cerca di una nuova identità

Ad un anno dalla Coppa Del Mondo in Inghilterra, con un WXV1 giocato in casa (e perso) ed uno in arrivo, ci siamo chiesti quale sia al momento l'identità delle Black Ferns campionesse del mondo in carica, che sembrano aver smarrito dopo la Coppa Del Mondo vinta in casa quell'idea di rugby totale che da sempre le caratterizza. 

La domanda è stata posta al capo allenatore Allan Bunting, dopo la netta vittoria nella prima giornata del Pacific 4 Series con le USA Eagles. Il tecnico neozelandese ha ammesso che le sue Black Ferns stanno ancora cercando di trovare la propria identità.

“Abbiamo parlato del nostro DNA e di cosa sia. Ci sono alcune giovani giocatrici speciali nella squadra, che sono diverse e stanno scoprendo cosa possono portare al gruppo. Vogliamo riconquistare il nostro pubblico, giocando un entusiasmante tipo di rugby. Questa è la nostra responsabilità." 

Quella con gli USA è stata probabilmente la più facile delle tre partite del PAC Four e nel campo di preparazione neozelandese c'era un po' questa sensazione. “È stata una settimana diversa di preparazione per noi. In genere, cerchiamo le minacce che presentano le nostre avversarie. Questa settimana ci siamo concentrate maggiormente sul nostro attacco, sulla difesa e su ciò che siamo come squadra", ha detto la co-capitana Ruhahei Demant.

L’anno scorso le Black Ferns hanno cercato di emulare il loro approccio al gioco mostrato durante la Coppa del mondo di rugby 2022, un'idea di rugby totale che ha prodotto però risultati contrastanti. La vittoria per 39-17 dello scorso anno contro gli Stati Uniti a Ottawa è stata segnata dal primo cartellino rosso nella storia delle Black Ferns quello della mediana Iritana Hohaia. La disciplina generale è stata più scarsa e le avversarie sono arrivate preparate meglio ad affrontare le neozelandesi presentando nuove e difficili sfide.

Il vice allenatore Steve Jackson ha spiegato alcuni dettagli della strategia neozelandese: “C'è stata una grande attenzione alla preparazione e alle nostre soft skills, al nostro catch-pass e alla capacità di battere i difensori. Molto spesso gli allenatori si concentrano sulle cose su cui le giocatrici devono lavorare, ma in questo ambiente le incoraggiamo a essere migliori nelle cose in cui sono brave, a fare di questo il loro superpotere e ad assicurarci che si sentano a proprio agio e fiduciose in modo che possano può andare là fuori e fare la differenza."

La spina dorsale della squadra attualmente è costituita da un gruppo di 3e linee molto forti, dinamiche e atletiche: Liana Mikaele-Tu'u, Kennedy Simon e Layla Sae. Sae è stata la miglior giocatrice del Super Rugby Aupiki con le Hurricanes Poua, Simon ha vinto la statistica per il numero di placcaggi effettuati e Mikaele Tu'u è stata la Black Ferns Player of the Year nel 2023.

Demant, giocatrice di classe mondiale e Women's Player of the Year nel 2022, è la scintilla e il collante che tiene insieme la linea delle trequarti, che continua a crescere di partita in partita. I centri Sylvia Brunt e Amy Du Plessis hanno dimostrato grande qualità sia fisica che nel gioco, risultando elementi fondamentali per l'efficacia dell'attacco neozelandese, dove le ali Ruby Tui, Katelyn Vahaakolo e Mererangi Paul possono essere davvero mortali.

Il reparto in cui le Black Ferns hanno problemi reali è tra le avanti: prime e seconde linee. L'esordiente Maama Vaipulu, ex nazionale di pallavolo neozelandese, sembra destinata ad una lunga carriera. L'atletica e abrasiva 2a linea è stata eccezionale con le campionesse dell'Aupiki, le Blues, che sono state le migliori per rimesse laterali vinte (28), seconde per portate (71) e quinte per placcaggi effettuati (82). Vaipulu è stato anche vincitrice della Premiership nella Farah Palmer Cup (FPC) nel 2023 con Auckland. Il rugby è di famiglia con uno zio internazionale tongano con lo stesso nome mentre suo padre Akapani Vaipulu, ora ufficiale penitenziario, giocava per il Northland. Maama è la quarta di cinque fratelli e suo fratello Kali ha giocato brevemente per Bay of Plenty e sua madre Simone era una talentuosa giocatrice di basket. Elementi questi che nella cultura sportiva neozelandese hanno un peso specifico. Insieme a lei solo Maiakawakaulani Roos a tenere in piedi un reparto che dopo l'uscita di scena di Joanah Ngan-Woo manca davvero di profondità.

L'allarme rosso suona invece per la prima linea, con il ruolo di pilona che rappresenta una debolezza seriamente allarmante. Vista l'emergenza è stata richiamata addirittura Aldora Itunu dopo tre anni di assenza, mentre Marcelle Parkes è stata trasformata da 3a linea in pilona sinistra con tutte le difficoltà del caso. Amy Rule è stata deludente nel Super Rugby Aupiki e ha bisogno di riconquistare la forma che l'ha resa la migliore pilonadel mondo nel 2022. Dopo aver visto il Sei Nazioni ed ammirato le prestazioni e la forma di Botterman, Muir, Deshaye e Khalfaoui, c'è di che essere seriamente preoccupati.

Problemi abbastanza seri anche per la mediana: Arihiana Marino-Tauhinu dopo un pessimo Super Rugby ha perso il posto (non aveva entusiasmato nemmeno nello scorso WXV1), Iritana Hohaia ha mostrato segni di crescita, ma il suo cartellino rosso di cui sopra è stato un grave difetto che sembra in Nuova Zelanda si faccia davvero fatica a perdonare. Una mediana autorevole è essenziale per il gioco frenetico voluto dalle Black Ferns. Senza Kendra Cocksedge, la Nuova Zelanda a volte sembra senza timone.

Questa settimana ha debuttato Maia Joseph, figlia dell'ex All Black Jamie Joseph, insieme alla mediana delle Crusaders Noah Hotham che con Otago nel 2022, ha vinto la medaglia Fiao'o Faamausili come miglior giovane giocatrice dell'FPC, ma la ventenne è ancora in gran parte un oggetto misterioso, visto che ha iniziato da titolare solo una delle sei partite nello Aupiki con Matatu. Tuttavia la qualità delle avversarie non ci permette ancora di formulare un giudizio sulle due esordienti. Servirà ben altro che le americane per capire se le Black Ferns hanno davvero risolto il problema della numero 9.

Il backup dell'apertura è un altro tallone d'Achille ed in quest'ottica forse sorprendentemente l'ex Black Fern Krysten Cottrell è stata trascurata dopo un'eccezionale campagna con le Blues. Capocannoniera con 49 punti, ha segnato mete individuali nei momenti cruciali in entrambe le vittorie di misura contro Matatu e ha realizzato una trasformazione a bordo campo contro Manawa in finale. Composta e astuta, Cottrell ha costretto Demant a giocare centro la seconda per poterla tenere in campo. L'altro nome caldo è Hannah King, apertura delle Hurricanes Poua, la peggior squadra dell'Aupiki.

Nella sua stagione di debutto con Canterbury, una diciottenne King è stata premiata come la più promettente giocatrice FPC di Canterbury dell'anno, insieme ad Atlanta Lolohea (che ha anche ricevuto il suo primo contratto con Black Ferns). Cocksedge ha detto a LockerRoom: “Era giovane e gsestiva il gioco e le compagne come una consumata veterana – non vedevo una numero 10 fare una cosa del genere da tanto tempo. Sapevo che questa ragazza era un giocatrice intelligente; aveva qualcosa di speciale." Con la crescente minaccia dell'Aussie NRL (le Warriors torneranno l'anno prossimo), assicurarsi giovani talenti di questo genere è una priorità crescente per NZR. A più di un anno dalla Coppa del mondo di rugby, le Black Ferns devono assolutamente mettere a posto tutti questi problemi. 

Steve Jackson ha detto: “Queste sono le migliori opportunità per introdurre alcune novità, far capire alle ragazze perché abbiamo cambiato alcune cose e costruire su quelle mentre la competizione continua. Continuiamo a costruire, assicurandoci che siano chiare le ragioni per cui stiamo facendo determinate cose. Poi nelle partite dobbiamo restare fedeli alla nostra struttura e al nostro sistema. Il nostro compito è creare un ambiente vincente, vincere le partite ed i trofei mondiali e creare una cultura in cui le giocatrici vogliano rimanere con le Black Ferns a lungo termine. Questa è la nostra identità"

Nessun commento