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Serie A Elite Femminile, streaming, spettatori e qualità: c'è ancora molta strada da fare

E' iniziata ieri la Serie A Elite femminile. Dopo la grande abbuffata di partite internazionali giocate tra settembre e ottobre per il WXV adesso è il momento di tornare a concentarsi sul nostro "Domestic" come lo chiamano Oltremanica, che inizia con un paio di giornate di ritardo rispetto ai campionati nazionali di Scozia, Irlanda, Galles, Inghilterra e Francia, con solo la Spagna che ha scelto di ritardare l'inizio del proprio torneo nazionale come noi.

La prima giornata del campionato di Serie A femminile, ha mostrato alcune cose interessanti sul piano tecnico, anche se la qualità del gioco è ampiamente migliorabile. Oggi però vogliamo parlare del contorno, con circa 800 spettatori distribuiti tra tutti i campi (secondo quanto riportato dai tabellini sul sito FIR) vogliamo evidenziare un dato che, sebbene possa sembrare solo un numero, rappresenta una sfida significativa per il movimento del rugby femminile in Italia. Questa esigua affluenza, non è solo un indicatore di interesse limitato, ma riflette anche una cultura sportiva che, nonostante i progressi, continua a lottare per il riconoscimento e la valorizzazione dello sport femminile.

La crescita del rugby femminile richiede molto di più della pura passione delle atlete sui campi. Essa richiede una comunità di supporter, visibilità mediatica e investimenti a livello locale e nazionale. Gli spettatori non sono solo una cifra: sono il segno che le donne che giocano a rugby stanno contribuendo a realizzare un prodotto che può e deve essere apprezzato per poi poter essere "eventualmente" venduto, e perchè questo sia possibile servono tifosi pronti a sostenerle.

Il basso numero di spettatori può derivare da diversi fattori, tra cui la mancanza di promozione, l'assenza di tradizione e di visibilità mediatica, e la scarsa consapevolezza dell'importanza dello sport femminile in generale. Tuttavia, ogni problema presenta sempre delle opportunità. Il rugby femminile frecce molto potenti al suo arco: come il talento e la passione per il gioco delle nostre giocatrici, che stanno dimostrando un attaccamento incredibile per il nostro sport, e stanno iniziando a guadagnarsi il rispetto che meritano.

Per invertire questa tendenza, è fondamentale investire nella promozione del rugby femminile. Le squadre e la Federazione devono collaborare per creare eventi coinvolgenti che attirino l'attenzione, trovare degli sponsor, rendere ogni partita un evento e trasformare i campi in centri di aggregazione per le famiglie per avvicinare sempre più ragazze a questo sport. Le scuole, la FIR e i club possono svolgere un ruolo cruciale per promuovere il rugby delle ragazze e stimolare l'interesse nei loro confronti.

La trasmissione delle partite in streaming rappresenta senza dubbio un passo avanti significativo nel modo in cui fruiamo del campionato femminile. Questa modalità offre un accesso immediato, permettendo agli appassionati di seguire la propria squadra ed ai semplici curiosi di avere un assaggio di cosa possa offrire il rugby femminile in Italia a livello di club, senza trascurare la qualità del gioco. La scelta di usare il canale YouTube della FIR potrebbe essere vincente, con la possibilità di visualizzare gli incontri su diversi dispositivi, come smartphone, tablet e computer, che rende finalmente accessibile il nostro Domestic, con la possibilità di coinvolgere un pubblico sempre più vasto e diversificato.

Tuttavia, è fondamentale che, oltre a garantire la disponibilità delle partite, ci si concentri anche sul miglioramento della qualità del prodotto offerto. Un'esperienza di visione di alta qualità è cruciale per mantenere l'interesse degli spettatori e soddisfare le loro aspettative. Lo streaming della partita di ieri tra Villorba e CUS Milano si è interrotto all'inizio del secondo tempo e questo ovviamente ha suscitato un po' di malumore tra chi stava seguendo oltre a qualche critica.

In conclusione, gli 800 (circa) spettatori di ieri sono un punto di partenza, ma anche un campanello d'allerta. È un invito a tutti noi, sostenitori, atleti, dirigenti e addetti alla comunicazione a lavorare insieme per costruire un futuro in cui il rugby femminile di club in Italia possa sviluppare pienamente le sue potenzialità, con stadi almeno un po' più pieni di appassionati e un movimento sempre più forte e vivace, oltre ad una qualità del gioco sempre maggiore. La strada è lunga, ma se decidiamo di lavorarci tutti assieme e investirci qualcosa possiamo trasformare questa situazione in una storia di successo.

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