6 Nazioni femminile: la preview delle sei squadre
Manca ormai pochissimo all'inizio del 6 Nazioni femminile. L'edizione di quest'anno si presenta ricca di novità con nuovi allenatori al via come Roselli e Lynn, tante giocatrici pronte a fare il proprio esordio e le veterane che lotteranno per guadagnarsi un posto nelle rose che poi andranno al mondiale.
Dopo il lancio del torneo a Londra, le interviste di rito a capitane e allenatori, la pubblicazione delle rose, proviamo a capire come stanno le varie squadre a pochi giorni dall'inizio della competizione.
IRLANDA
La campagna del Sei Nazioni femminile 2024 ha segnato un momento cruciale per l'Irlanda, un primo passo verso la ricostruzione e una lenta ma incoraggiante ripresa. Grazie al lavoro di Scott Bemand, che ha portato competenza ed entusiasmo, dopo il periodo buio del 2023, la squadra ha affrontato il torneo con una mentalità rinnovata, mostrando maggiore organizzazione e unità rispetto al passato. Pur non raggiungendo ancora il livello delle potenze consolidate come Inghilterra e Francia, la squadra irlandese ha evidenziato una crescente maturità , frutto del lavoro del nuovo staff tecnico e dell'impegno delle atlete.
Un punto di forza chiave del 2024 è stato il ritorno di alcune veterane di grande esperienza, come Beibhinn Parsons ed Edel McMahon, che hanno portato leadership e qualità in campo. Le loro performance hanno avuto un impatto non solo sul piano tecnico, ma anche su quello emotivo, ispirando la squadra a competere in maniera molto valida sia sul piano del gioco che su quello della crescita del gruppo. Parallelamente, le giovani promesse come Dannah O'Brien e Aoife Wafer sono esplose, diventando vere e proprie stelle della passata edizione, ponendo le basi per un futuro sempre più roseo.
Tra le irlandesi, una giocatrice sicuramente da tenere d'occhio è Neve Jones, che lo scorso anno si è distinta ogni volta che è scesa in campo, eccellendo nel ruolo di tallonatrice. I suoi record difensivi sono tra i migliori del torneo: con una quantità impressionante di placcaggi completati e palloni recuperati, Jones ha dimostrato una resilienza fuori dal comune. Non solo ha fornito un contributo determinante in difesa, ma ha anche dato solidità nelle fasi di mischia e touche, dimostrando di essere una giocatrice completa e affidabile. A livello di club, i suoi successi con Gloucester-Hartpury hanno ulteriormente rafforzato la sua reputazione internazionale, confermandola come una delle migliori tallonatrici europee.
Un’altra giocatrice importantissima è Aoife Wafer, che nel 2024 ha impressionato tutti gli addetti ai lavori per la sua potenza e dinamicità . La 3a linea irlandese ha messo in mostra una straordinaria fisicità e versatilità , giocando un ruolo fondamentale sia in attacco che in difesa. I suoi placcaggi e il suo lavoro nei breakdown hanno spesso fatto la differenza nei momenti più delicati delle partite. Wafer è andata in crescendo anche nella gestione delle situazioni tattiche, dimostrando una sempre maggiore consapevolezza del gioco e una visione strategica in grado di aiutare l’Irlanda a mettere in difficoltà anche le avversarie più strutturate.
Infine, Aoife Dalton ha confermato il suo enorme potenziale, emergendo come una delle giocatrici più dinamiche del reparto delle trequarti. Con la sua velocità e agilità , è riuscita a rompere le difese avversarie in diverse occasioni, totalizzando il numero più alto di avversarie battute tra le sue compagne. La sua capacità di avanzare palla in mano e di creare opportunità di attacco ha aggiunto una dimensione nuova al gioco irlandese, che spesso era mancata negli ultimi anni.
Guardando al 2025, l'Irlanda sembra pronta a continuare questo processo di crescita, costruendo sulle basi gettate nel 2024. La squadra potrebbe puntare realisticamente a confermare il proprio piazzamento, mirando a a battere le squadre più vicine nel ranking, come la Scozia, l'Italia e il Galles e magari insidiare la Francia. Per farlo, sarà fondamentale continuare a sviluppare il loro gioco offensivo e migliorare la capacità di gestire i momenti cruciali delle partite, specialmente contro le avversarie più ostiche.
Il Sei Nazioni 2025 rappresenterà non solo un test delle capacità dell’Irlanda, ma anche un'opportunità per dimostrare che il percorso intrapreso è quello giusto con l'obiettivo di puntare alle semifinali della Coppa del Mondo. Con un mix promettente di giocatrici esperte e giovani talenti, il torneo potrebbe riservare soddisfazioni ai tifosi irlandesi, consolidando l'idea che il rugby femminile sull’isola di smeraldo abbia ancora molto da offrire.
ITALIA
L'Italia ha affrontato il Sei Nazioni femminile 2024 con determinazione e un rinnovato spirito competitivo, dimostrando di essere una squadra in costante evoluzione. Nonostante alcune inevitabili difficoltà incontrate lungo il percorso, le Azzurre hanno dato prova di essere capaci di competere con avversarie di alto livello, consolidando i progressi mostrati nelle ultime stagioni. La vittoria contro l'Irlanda a Dublino è stata un momento cruciale per il morale della squadra e per sottolineare il potenziale di un gruppo che sta maturando partita dopo partita, anche se le sconfitte con la Scozia e soprattutto con il Galles hanno lasciato un po' di amaro in bocca a tutto il movimento.
A Dublino, l'Italia ha messo in mostra un rugby organizzato, caratterizzato da fasi difensive solide e da una buona capacità di sfruttare le occasioni offensive. La leadership di giocatrici esperte come Beatrice Rigoni è stata fondamentale per mantenere la squadra coesa nei momenti più delicati, mentre il talento cristallino di Alyssa D'Incà ha aggiunto una dimensione creativa al gioco azzurro. Rigoni, con la sua abilità di leggere il gioco e la capacità di agire sia come playmaker sia come finalizzatrice, ha guidato la squadra dentro e fuori dal campo. D'Incà , dal canto suo, ha incantato con la sua velocità e le sue doti tecniche, confermandosi una delle migliori atlete italiane della sua generazione.
Oltre ai nomi già affermati, il Sei Nazioni 2024 è stato anche il palcoscenico sul quale abbiamo potuto ammirare altre grandi giocatrici Azzurre come Sofia Stefan, che ha mostrato una crescente concretezza nel ruolo di mediana di mischia, e Aura Muzzo, capace di fornire un importante contributo sulle ali grazie alla sua velocità e capacità di finalizzatrice. La qualità di queste giocatrici di inserirsi con efficacia nel sistema di gioco, dimostra come il gruppo italiano stia costruendo una base solida per il futuro.
Tuttavia, ci sono ancora aree su cui lavorare in vista del Sei Nazioni 2025. Sotto la guida di Fabio Roselli, che ha sostituito Giovanni Raineri ai primi di gennaio, la squadra dovrà migliorare la consistenza nelle prestazioni, evitando i cali di concentrazione che hanno compromesso alcune partite nel 2024. Le fasi statiche, in particolare la mischia e la touche, rimangono settori in cui le Azzurre devono progredire per poter competere con le squadre di vertice. Una maggiore efficacia nel breakdown, sia in attacco che in difesa, potrebbe inoltre fare la differenza contro avversarie più fisiche e organizzate. Infine pur registrando alcuni segnali di crescita nel gioco al piede, questa aerea rimane ancora piuttosto inesplorata per le Azzurre che dovranno migliorare sia la comprensione tattica che la confidenza e l'efficacia del gesto.
Guardando al 2025, l'Italia ha le carte in regola per puntare a un miglioramento del piazzamento finale nel torneo. Realisticamente l'Italia è in grado di puntare al 4° posto, o addirittura lottare per il 3°, ma molto dipenderà dalla capacità di tutta la squadra di riuscire a consolidare i progressi fatti e a mantenere alta la concentrazione per tutta la durata del torneo. Il Sei Nazioni 2025 sarà anche un'occasione per capire se gli investimenti nello sviluppo del rugby femminile in Italia stanno iniziando a dare frutti concreti. Con il giusto equilibrio tra ambizione e pragmatismo, le Azzurre potranno affrontare il torneo con la fiducia di chi sa di poter avere un futuro brillante davanti a sé, soprattutto in ottica mondiale. La crescita del movimento italiano è purtroppo indietro rispetto alle competitor, e il Sei Nazioni 2025 potrebbe rappresentare un passo importante verso la direzione corretta da prendere per essere sempre più competitivi nel panorama internazionale.
SCOZIA
Il Sei Nazioni femminile 2024 ha rappresentato per la Scozia un importante segnale di crescita, consolidando i primi frutti di un lavoro di ricostruzione e sviluppo iniziato da un paio d'anni. Tra i momenti più significativi della loro campagna, spicca la vittoria storica contro l'Italia a Parma, una partita che non solo ha dato un impulso al morale della squadra, ma ha anche evidenziato il potenziale di un gruppo determinato e in crescita. Questo successo, ottenuto grazie a un mix di solidità difensiva, creatività offensiva e capacità di sfruttare le debolezze avversarie, ha dimostrato come la Scozia stia cominciando ad essere una squadra completa ed in grado di competere con quasi tutte le avversarie nel torneo.
Al centro di questa crescita troviamo giocatrici chiave come Evie Gallagher e Helen Nelson, che hanno avuto un ruolo determinante sia nello sviluppo del gioco in attacco che in difesa. Gallagher si è confermata come una delle migliori placcatrici della squadra, mostrando una grandissima competenza nel breakdown, dove la sua fisicità e la capacità di recuperare palloni hanno spesso fatto la differenza, fornendo una piattaforma per il l'attacco scozzese. D'altra parte, Nelson, con la sua visione di gioco e precisione nei calci tattici, ha gestito ottimamente il reparto delle trequarti, creando opportunità e mantenendo la squadra organizzata nei momenti cruciali delle partite.
Oltre alle stelle consolidate, il 2024 ha visto emergere giovani talenti promettenti, come Meryl Smith, che ha dimostrato grande versatilità nel reparto delle trequarti, e Coreen Grant, capace di sfruttare la sua velocità per bucare le difese avversarie e segnare con continuità . Queste nuove leve hanno portato energia e freschezza al gruppo, gettando le basi per un futuro sempre più competitivo. Tuttavia, nonostante i segnali di progresso, la Scozia ha ancora margini di miglioramento significativi. La mancanza di consistenza nelle prestazioni è stata un problema ricorrente, con la squadra che ha alternato momenti di grande intensità a cali di concentrazione che sono costati caro in alcune partite. Inoltre, la gestione dei momenti chiave, come le fasi finali delle partite equilibrate, rimane un'area sulla quale Bryan Easson deve lavorare per trasformare le sconfitte ravvicinate in vittorie.
Guardando al 2025, la Scozia potrebbe puntare a consolidare i progressi fatti, con l'obiettivo realistico di migliorare il proprio piazzamento finale nel torneo e di competere in modo più consistente con Irlanda, Galles e l'Italia. Per raggiungere questo traguardo, sarà fondamentale lavorare sulla preparazione fisica e mentale, affinando le strategie di gioco e aumentando l'efficacia nelle fasi statiche, un settore che spesso ha rappresentato una debolezza per le scozzesi. Il contributo delle veterane, unito all'integrazione dei giovani talenti, sarà decisivo per costruire una squadra più coesa e sempre più vincente.
Il Sei Nazioni 2025 rappresenterà quindi un'importante opportunità per dimostrare che la Scozia è sulla strada giusta per tornare ad essere competitiva su scala internazionale. Il gruppo, guidato da leader come Gallagher e Nelson, avrà il compito di dare continuità ai progressi fatti e di ispirare fiducia nei tifosi, mostrando che il rugby femminile scozzese ha un futuro promettente davanti a sé e che potrà recitare un ruolo da protagonista anche al prossimo mondiale. Con il giusto mix di ambizione e pragmatismo, la Scozia potrebbe trasformarsi in una squadra capace di lasciare un'impronta marcata sul torneo.
GALLES
Il Sei Nazioni femminile 2024 ha rappresentato per il Galles un percorso con luci e ombre. La squadra ha alternato prestazioni promettenti a evidenti momenti di difficoltà , evidenziando la necessità di migliorare la gestione del gioco e la capacità difensiva nei momenti decisivi di ogni partita. Tuttavia, all'interno della squadra ci sono numerose giocatrici di qualità e la sfida del nuovo allenatore Sean Lynn, sarà quella di riuscire a valorizzare questo potenziale, cucendo addosso alle giocatrici un gioco efficace.
Uno dei punti di forza più evidenti del Galles nel 2024 è stata la leadership e l'impatto di giocatrici chiave come Hannah Jones e Alex Callender. Jones, capitano e punto di riferimento del reparto dei trequarti, ha dimostrato ogni volta di essere fondamentale per il gioco gallese. La sua abilità nel leggere le situazioni di gioco, creare opportunità offensive e guidare la linea difensiva hanno portato consistenza e fiducia alla squadra. D'altra parte, Callender ha consolidato il suo ruolo nel pacchetto di mischia, distinguendosi per la sua qualità nei placcaggi e la capacità di recuperare palloni nei breakdown. La sua capacità di portare avanti palloni con determinazione è stata una costante in tutte le partite, ispirando le compagne nei momenti più critici.
Accanto a loro, il torneo ha visto l'emergere di giovani promesse come Sisilia Tuipulotu, che ha continuato a crescere sia nelle fasi statiche che nel gioco aperto, diventando una delle migliori giocatrici di mischia della squadra. La sua fisicità e il suo lavoro nelle fasi statiche, in particolare in mischia chiusa, hanno fornito una base solida da cui partire per costruire il gioco offensivo gallese. Un'altra giovane di rilievo da tenere d'occhio è Nel Metcalfe, il cui dinamismo e creatività nel ruolo di ala hanno aggiunto varietà al gioco offensivo del Galles, soprattutto nelle situazioni di gioco aperto.
Nonostante i progressi individuali e collettivi, il Galles ha evidenziato alcune aree di debolezza su cui lavorare ed il compito di Lynn appare tutt'altro che facile. La disciplina, in particolare, è emersa come un problema ricorrente, con un numero eccessivo di penalità concesse in momenti cruciali delle partite, che hanno spesso compromesso le possibilità di vittoria. Inoltre, la capacità di mantenere la concentrazione per tutti gli 80 minuti nello scorso torneo è stata una vera e propria sfida, cosa che permesso alle avversarie di mettere in seria difficoltà la squadra gallese. Anche ricostruire quasi da zero il gioco offensivo non sarà semplicissimo e sicuramente richiederà del tempo.
Guardando al 2025, il Galles avrà l'opportunità di ripartire da zero dopo il pessimo torneo del 2024, puntando a migliorare il sesto posto e a consolidarsi come una squadra di metà classifica, mettendo nel mirino le partite con Italia, Scozia e Irlanda. Per raggiungere questo obiettivo, sarà fondamentale affinare le strategie di gioco, in particolare nelle fasi statiche e nelle transizioni tra attacco e difesa. Una maggiore efficacia nella gestione delle situazioni di attacco e un miglioramento nella finalizzazione delle occasioni saranno aspetti cruciali per trasformare il potenziale in risultati concreti. Con la guida di leader affermate come Jones e Callender e l'apporto di giovani stelle emergenti, il Galles può sperare di affrontare il Sei Nazioni 2025 con una mentalità più solida e competitiva, con l'ambizione di tornare ad essere una squadra di alto livello nel panorama internazionale.
FRANCIA
Il torneo dello scorso anno ha ribadito l'elevato livello della Francia, una delle squadre più competitive e temibili nel panorama internazionale del rugby femminile, anche se al di fuori del Sei Nazioni nell'ultimo biennio Les Bleues hanno mostrato più di qualche difficoltà . Pur non essendo riuscite a strappare il titolo alle imbattibili Red Roses inglesi, le francesi hanno consolidato la loro posizione d'élite chiudendo il torneo al secondo posto. La loro campagna è stata caratterizzata da un rugby dinamico, fisico e altamente spettacolare, che ha esaltato le capacità individuali delle giocatrici e l'efficacia collettiva della squadra.
Tra le stelle indiscusse della Francia, Romane Ménager si presenta a questo torneo ancora come una delle migliori terze linee al mondo. La sua potenza nelle fasi di contatto e la capacità di avanzare palla in mano hanno reso il gioco della flanker francese estremamente pericoloso per le avversarie. Ménager ha contribuito alle vittorie della Francia non solo con le sue prestazioni offensive, ma anche con un'incredibile solidità difensiva, risultando sempre fondamentale nei momenti chiave delle partite. Al suo fianco, Pauline Bourdon che con la sua esperienza e carisma, è stata fondamentale per mantenere la Francia sempre sul piede avanzante, garantendo al contempo una buona organizzazione difensiva, unita all'abilità di trovare la meta. Tutte qualità che si sono dimostrate fondamentali per le francesi, soprattutto nelle sfide più dure contro Inghilterra e Irlanda.
Il 2024 ha visto l'emergere di talenti come Manaé Feleu, il cui impatto nei set-piece e nelle situazioni di gioco aperto è stato notevole e che con i gradi di capitana ha migliorato notevolmente nella leadership e Lina Queyroi, giovanissima apertura che ha fornito un'importante opzione nei trequarti con la sua velocità e capacità di creare spazi, ma anche di usare il piede in maniera molto efficace. Questo mix di esperienza consolidata e nuove energie è uno degli elementi che rende la Francia così pericolosa e imprevedibile.
Un elemento distintivo della Francia è la capacità delle sue giocatrici di dominare il breakdown, un aspetto che le ha permesso di creare numerose opportunità offensive e di controllare il ritmo delle partite. La precisione tattica nei set-piece, in particolare nelle touche, ha dato loro un vantaggio strategico contro tutte le avversarie. Tuttavia, la squadra non è esente da difetti: alcune fasi di gioco mostrano la necessità di essere migliorate. La mancanza di disciplina, con un numero piuttosto elevato di penalità concesse ha creato qualche problema in alcune partite, finendo per essere determinante nel confronto con l'Inghilterra.
Guardando al 2025, le Bleues si presenteranno con l'obiettivo dichiarato di interrompere il dominio inglese e di riconquistare il titolo del Sei Nazioni. La profondità della rosa, che permette un'elevata competitività in ogni reparto, sarà un punto di forza cruciale. Inoltre, il lavoro dello staff tecnico si è concentrato sull'affinare ulteriormente le strategie di gioco,migliorando il gioco al piede, riducendo le penalità e migliorando la gestione delle fasi offensive. Per riuscire a raggiungere l'ambizioso traguardo di vincere il torneo, la Francia dovrà continuare a sfruttare la combinazione tra la velocità delle sue trequarti e la potenza della mischia. Rispetto al recente WXV1 sarà fondamentale la capacità di mantenere l'intensità per tutti gli 80 minuti e di cogliere le opportunità nei momenti chiave. Se le Bleues riusciranno a limare le loro imperfezioni e a capitalizzare sul loro potenziale, non solo rappresenteranno una seria minaccia per l'Inghilterra, ma potrebbero riaffermarsi come la migliore squadra del Sei Nazioni.
INGHILTERRA
Il Sei Nazioni femminile 2024 insieme al WXV1 sono stati un’ulteriore dimostrazione della supremazia dell’Inghilterra nel rugby femminile mondiale. Nello scorso Sei Nazioni le Red Roses hanno conquistato il Grande Slam con autorità , vincendo tutte le partite con un mix impressionante di solidità difensiva, aggressività in attacco e una straordinaria organizzazione nel gioco. Il dominio inglese è stato evidente sia nei risultati sia nella qualità del gioco espresso, consolidando lo status di squadra da battere nel panorama internazionale.
Al centro di questo successo ci sono state prestazioni eccezionali di atlete simbolo come Ellie Kildunne e Marlie Packer. Kildunne, con la sua agilità e abilità nel rompere le difese avversarie, ha incarnato il dinamismo dell'attacco inglese. La sua capacità di avanzare palla in mano, creare opportunità e finalizzare con grande precisione ha fatto di lei una delle protagoniste indiscusse del torneo. Parallelamente, Marlie Packer si è confermata una delle migliori terze linee al mondo: la sua leadership in campo, unita alla straordinaria efficacia nei breakdown e nei placcaggi, è stata cruciale per garantire equilibrio e dominio fisico in tutte le partite. Packer ha anche contribuito in attacco, dimostrando una versatilità che poche giocatrici possono vantare.
Non va però dimenticata la profondità della rosa inglese, che rappresenta uno dei fattori chiave del loro successo. Anche con un alto turnover di giocatrici, l'Inghilterra riesce a mantenere un livello di qualità elevatissimo, grazie al continuo sviluppo del sistema di formazione. Giocatrici emergenti come Maud Muir e Maddie Feunati hanno dimostrato di poter competere al fianco delle veterane, portando freschezza ed energia al gioco inglese. Questo mix di esperienza e giovani talenti consente alle Red Roses di adattarsi rapidamente a diverse situazioni di gioco e di mantenere un’intensità costante per tutti gli 80 minuti.
Una delle caratteristiche principali dell’Inghilterra è l’efficacia nelle fasi statiche. La mischia chiusa ha dominato tutte le avversarie, fornendo una piattaforma stabile per costruire il gioco, mentre la touche, orchestrata con precisione, dalla neo-capitana Zoe Aldcroft garantisce palloni di qualità . Inoltre, l’organizzazione difensiva è impeccabile e concede pochissime opportunità alle avversarie e dimostrando una capacità straordinaria di trovare rapidamente soluzioni efficaci per difendere la propria linea di meta in ogni situazione.
Tuttavia, il successo dell’Inghilterra non significa che non ci siano sfide in vista. Guardando al 2025, le Red Roses si troveranno ad affrontare una competizione sempre più accesa, con squadre come la Francia che sta cercando di colmare il divario e altre come l'Irlanda che sta mostrando progressi significativi. Per mantenere il dominio, l'Inghilterra dovrà continuare a innovare, affinare le strategie di gioco e migliorare la disciplina, un aspetto che talvolta ha portato a penalità evitabili.
Il Sei Nazioni 2025 rappresenta un’occasione per consolidare ulteriormente la leadership, ma anche per prepararsi alle prossime sfide internazionali, incluso il Mondiale, che è il vero obiettivo messo nel mirino dalla Federazione Inglese. Con una rosa così profonda e un sistema di sviluppo così solido, l'Inghilterra parte ancora una volta da favorita.
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