Post-Mondiale 2025, il walzer degli allenatori: chi resta, chi va, chi è in bilico

La Coppa del Mondo 2025 ha rappresentato un punto di svolta cruciale per il rugby femminile, innescando un periodo di conferme e cambiamenti significativi nelle guide tecniche di molte nazionali. Per alcune, il successo ha consolidato la leadership; per altre, i risultati deludenti hanno imposto una riflessione e l'inizio di un nuovo ciclo. Facciamo un'analisi dello stato attuale di ogni squadra per provare a capire le dinamiche post-mondiali e quali saranno le guide tecniche nel prossimo quadriennio.

Le finaliste: stabilità al vertice

Le due squadre che hanno raggiunto l'atto conclusivo del torneo hanno scelto la via della continuità, capitalizzando il successo ottenuto per costruire un futuro ancora più solido sotto la guida degli stessi allenatori.

Inghilterra: le campionesse del mondo

La leadership delle Red Roses rimane saldamente nelle mani di John Mitchell, l'architetto del loro trionfo mondiale.

Dettaglio

Informazione

Nazionalità

Neo Zelandese

Data di nomina

Maggio 2023

Scadenza del contratto

Giugno 2026

Principale risultato

Vittoria della Coppa del Mondo 2025

Dopo aver guidato la squadra a un'incredibile striscia di 33 vittorie consecutive, culminata con la conquista del titolo mondiale, il futuro di John Mitchell è stato oggetto di numerose speculazioni. L'interesse da parte di diverse squadre del rugby maschile non è mancato, ma Mitchell sembra sentirsi a casa nel ruolo di "maestro di scacchi" dell'Inghilterra. La palla è ora nel campo della federazione inglese, che dovrà agire per assicurarsi la permanenza del tecnico che ha portato le Red Roses sul tetto del mondo.

Canada: la sorpresa, ma non troppo

Kévin Rouet ha trasformato il Canada in una finalista mondiale contro ogni pronostico, guadagnandosi la fiducia totale della sua federazione.

Dettaglio

Informazione

Nazionalità

Francese

Data di nomina

Marzo 2022

Scadenza del contratto

Dicembre 2027

Principale risultato

Finale della Coppa del Mondo 2025

Il percorso del Canada è stato un vero e proprio miracolo sportivo. Con meno risorse, meno tempo e meno mezzi rispetto alle avversarie, Rouet ha dimostrato la sua genialità tattica e motivazionale. Un esempio del suo approccio innovativo è stato l'uso del libro di Shannon Lee, “Be Water, My Friend”, per allineare la mentalità del gruppo. Il risultato è stato uno stile di gioco spettacolare che ha portato la squadra in finale, tanto che, se l'Inghilterra non avesse vinto il titolo, Rouet sarebbe stato un serissimo candidato al premio di Allenatore dell'Anno di World Rugby. Ha già dichiarato di voler fare un passo in più nel 2029.

Se al vertice regna la stabilità, per altre grandi nazionali del rugby il futuro è molto meno definito.

Potenze in Transizione: tra revisioni e panchine da riempire

Due giganti del rugby femminile, Nuova Zelanda e Francia, stanno attraversando un momento di profonda incertezza, con il futuro delle loro guide tecniche ancora tutto da scrivere.

Nuova Zelanda: un futuro da decidere

Il lavoro di Allan Bunting è attualmente sotto esame da parte della federazione neozelandese, e il suo futuro è in bilico.

  • Ruolo: Director of Performance
  • Nazionalità: Neo Zelandese
  • Principale risultato: Medaglia d'oro alle Olimpiadi 2020 (con la squadra di rugby a sette)
  • Stato attuale: Il suo operato è sotto revisione da parte della NZRU.

Bunting si trova in una posizione delicata alla guida delle Black Ferns, dopo due stagioni segnate da risultati inferiori alle aspettative e da un confronto costante con l’eredità vincente lasciata da Wayne Smith. Subentrato nel 2023 al leggendario Smith, artefice del trionfo mondiale delle Black Ferns nel 2022, Allan Bunting ha assunto il ruolo di head coach con l’obiettivo di consolidare il successo e avviare un nuovo ciclo vincente. Tuttavia, il suo mandato finora è stato segnato da prestazioni altalenanti e da una crescente pressione mediatica e interna. Nel WXV 1 del 2023, le Black Ferns hanno chiuso al quarto posto, un risultato che ha destato sorpresa e preoccupazione, soprattutto per la sconfitta contro l’Inghilterra e le difficoltà nel gestire le fasi statiche. Il 2024 ha visto una ripetizione del piazzamento, con un altro quarto posto e una campagna mondiale che si è conclusa senza la qualificazione alla finale, un evento raro per una squadra abituata a dominare la scena internazionale.

La critica non si è concentrata solo sui risultati, ma anche sulla mancanza di identità tattica e sulla gestione del ricambio generazionale. Bunting ha cercato di integrare nuove giocatrici e di modernizzare il sistema di gioco, ma il processo ha mostrato fragilità, con una squadra spesso discontinua e incapace di imporsi nei momenti chiave. Va detto che Bunting non è l’unico responsabile delle difficoltà: la federazione neozelandese ha affrontato sfide strutturali, tra cui la gestione del calendario, la transizione verso un rugby femminile più professionale e l’equilibrio tra club e nazionale. Tuttavia, la sua leadership è ora oggetto di una revisione interna, che valuterà se proseguire con lui nel prossimo ciclo o avviare un cambiamento alla guida tecnica. La La decisione sarà cruciale per il futuro delle Black Ferns, che restano una delle squadre più titolate al mondo ma che devono ritrovare consapevolezza, coesione e ambizione per tornare a competere ai vertici. Il nome di Bunting è ancora in corsa, ma la federazione vuole assicurarsi che il prossimo quadriennio sia costruito su basi solide e su una visione chiara. 

Francia: In cerca una nuova leadership

La Fédération Française de Rugby (FFR) ha ufficialmente avviato la procedura di selezione per il nuovo sélectionneur del XV de France féminin, dopo aver concluso il rapporto con Gaëlle Mignot e David Ortiz, in carica dal 2022. Il loro mandato si è chiuso con un bilancio misto: alcune vittorie significative nel Sei Nazioni e nel WXV, ma anche una prestazione mondiale deludente, in cui la squadra è apparsa “smarrita per lunghi tratti”, incapace di esprimere continuità e lucidità nei momenti decisivi. La FFR ha pubblicato un bando ufficiale per la posizione, indicando come requisiti fondamentali esperienza di alto livello, leadership naturale e conoscenza del rugby femminile. Il nuovo allenatore dovrà guidare la squadra verso la Coppa del Mondo 2029 in Australia, con l’ambizione dichiarata di competere per il titolo.

Tra i nomi più discussi per la successione spicca quello di François Ratier, attuale tecnico dello Stade Bordelais, con cui ha conquistato una doppietta nel campionato Élite 1, dimostrando grande capacità di gestione e valorizzazione del talento. Ratier ha già esperienza internazionale, avendo guidato il Canada femminile fino alla finale mondiale nel 2014, e viene considerato un profilo ideale per riportare le Bleues ai vertici del rugby globale. La scelta del nuovo tecnico sarà cruciale per definire l’identità del XV de France féminin nel prossimo quadriennio. La federazione punta a rafforzare il programma di alto rendimento, investendo in staff, infrastrutture e calendario competitivo, con l’obiettivo di colmare il divario con le nazioni dominanti come Inghilterra e Nuova Zelanda. 

In cerca di una nuova guida: le nazionali con la panchina vacante

L'incertezza di Francia e Nuova Zelanda è solo la punta dell'iceberg di un rimpasto che ha coinvolto numerose altre nazionali. Diverse federazioni hanno deciso di voltare pagina, aprendo la ricerca per un nuovo allenatore che possa guidare la squadra verso la Coppa del Mondo 2029.

Australia

La posizione è vacante dopo la partenza di Jo Yapp. Nonostante il raggiungimento dei quarti di finale mondiali, Yapp aveva già annunciato di voler tornare in Inghilterra alla (per motivi familiari) alla fine del mondiale, così la federazione australiana ha scelto di non rinnovarle il contratto. Nei giorni scorsi Australia Rugby ha annunciato di aver nominato Sam Needs come capo allenatore ad interim, mentre Gill Bourke si unirà a lui come assistente ad interim e Andy Friend come consulente tecnico ad interim: ogni ruolo durerà fino alla fine della Pacific Four Series del 2026. Questa decisione crea un clima di incertezza, specialmente in vista della Coppa del Mondo 2029, che si giocherà proprio in Australia.

Scozia

La panchina della nazionale femminile scozzese è ufficialmente vacante dopo l’addio di Bryan Easson, che ha annunciato il suo ritiro dal ruolo di head coach al termine della Rugby World Cup 2025. La sua decisione arriva dopo 25 anni di servizio all’interno della Scottish Rugby Union, di cui gli ultimi cinque alla guida della squadra femminile. Easson ha definito il suo incarico “il più grande onore della sua carriera”, sottolineando come il team abbia vissuto uno dei periodi più significativi e ispiratori della sua storia.

La sua partenza si inserisce in una ristrutturazione più ampia del programma femminile, che vedrà il ritorno della gestione del rugby femminile sotto l’egida diretta della federazione scozzese. Questo cambiamento coincide con il ritiro di alcune veterane chiave, tra cui la capitana Rachel Malcolm e la terza linea Jade Konkel, figure centrali nella crescita del gruppo negli ultimi anni.

Sotto la guida di Easson, la Scozia ha compiuto progressi straordinari: dal ranking mondiale dal numero 11 al quinto posto assoluto, un traguardo storico per la nazionale. Tra i risultati più rilevanti, la vittoria del WXV2 nel 2023 in Sudafrica, dove la squadra ha mostrato una solidità difensiva e una coesione tattica impressionanti, e il raggiungimento dei quarti di finale della Coppa del Mondo 2025, superando le aspettative e consolidando la propria posizione tra le potenze emergenti del rugby femminile. 

Stati Uniti

Il coach Sione Fukofuka si è dimesso dopo un mondiale deludente. Per la prima volta dal 1991, la squadra non è riuscita a raggiungere i quarti di finale. L'unico risultato di rilievo del loro torneo è stato il pareggio per 31-31 contro l'Australia. Tuttavia, il bilancio di Fukofuka non è del tutto negativo. In soli due anni, ha contribuito a professionalizzare il programma femminile, rafforzando il percorso di alta prestazione e aumentando il supporto istituzionale attorno alla squadra. Il suo lavoro ha posto le basi per una futura evoluzione del rugby femminile statunitense, anche se i risultati sul campo non hanno rispecchiato appieno il potenziale del gruppo. Fukofuka ha dichiarato di voler tornare in Australia con la sua famiglia, chiudendo così un capitolo che, pur breve, ha lasciato tracce importanti nella struttura tecnica e organizzativa delle Eagles. La federazione USA Rugby è ora chiamata a scegliere un successore capace di rilanciare il progetto sportivo, con l’obiettivo di riportare la squadra tra le protagoniste del panorama internazionale.

Altre Nazionali in Cerca di Allenatore

  • Samoa: Posizione vacante dopo l'addio di Ramsey Tomokino. Ha avuto il merito di ricostruire le Manusina dal nulla, guidandole in una campagna mondiale carica di emozione dopo l'assenza del 2014. La sua passione per la squadra è stata palpabile e ha segnato un percorso per chi verrà dopo di lui.
  • Giappone: Il mandato di Lesley McKenzie alla guida della nazionale femminile giapponese si è concluso dopo aver portato le Sakura al loro miglior risultato in Coppa del Mondo dal 2002. Il suo impatto ha lasciato un segno profondo non solo sulla squadra, ma sull'intero programma di alto rendimento del rugby femminile nipponico. Arrivata in Giappone nel 2018, l’ex nazionale canadese ha avviato un processo di crescita strutturale e culturale, contribuendo a consolidare l’identità del Giappone come nazione emergente nel panorama del rugby femminile. Il suo lavoro ha stabilito uno standard tecnico e organizzativo che sarà punto di riferimento per gli anni a venire. Dopo la vittoria in rimonta contro la Spagna nell'ultima partita del Mondiale, McKenzie ha annunciato il suo addio, lasciando vacante una posizione che, al momento, non è stata ancora ufficialmente riassegnata. Secondo alcune indiscrezioni, la federazione giapponese (JRFU) starebbe valutando l’opzione di affidare la guida tecnica a un allenatore locale, ma al momento non è stata presa alcuna decisione definitiva.

  • Brasile: La posizione di head coach della nazionale femminile brasiliana è attualmente vacante dopo l’esonero di Emiliano Caffera, avvenuto al termine della Rugby World Cup 2025. La decisione della federazione brasiliana è stata motivata da divergenze di opinione sulla valutazione delle prestazioni della squadra e sulla direzione tecnica da intraprendere per il futuro. Caffera, tecnico uruguaiano con esperienza internazionale, aveva guidato le Yaras nel loro primo storico Mondiale, un traguardo importante per il rugby femminile brasiliano. Tuttavia, la squadra ha faticato a imporsi nel torneo, chiudendo la fase a gironi senza vittorie e mostrando limiti strutturali contro avversarie più esperte. La federazione, pur riconoscendo il valore della qualificazione, ha ritenuto che il percorso tecnico non fosse in linea con le aspettative e con la visione a lungo termine del progetto femminile. Secondo fonti vicine alla federazione, il confronto post-Mondiale ha evidenziato differenze strategiche tra Caffera e i dirigenti: da un lato, il coach avrebbe voluto accelerare il processo di professionalizzazione e investire maggiormente nel settore femminile; dall’altro, la federazione avrebbe preferito un approccio più graduale, con una gestione centralizzata e sostenibile. In attesa di un nuovo nome, la squadra è affidata temporaneamente al direttore tecnico Josh Reeves, mentre la federazione valuta se puntare su un profilo interno o cercare un nuovo tecnico con esperienza internazionale. La scelta sarà cruciale per consolidare i progressi ottenuti e rilanciare il rugby femminile brasiliano sulla scena globale.

Mentre molte federazioni hanno optato per un cambio radicale, altre hanno deciso di scommettere sulla continuità, affidandosi a progetti tecnici già avviati.

Progetti in corso: fiducia e continuità

Diverse nazionali hanno scelto di confermare i loro allenatori, credendo nella stabilità e nella crescita a lungo termine dei loro programmi.

Irlanda: una crescita da coltivare

Scott Bemand (contratto fino al 2026): quando Scott Bemand è stato nominato head coach dell’Irlanda femminile nel 2023, la squadra era reduce da una delle peggiori campagne del Sei Nazioni, chiusa all'ultimo posto con una sola meta segnata in tutto il torneo. L’ambiente era demoralizzato, il pubblico disilluso e il programma tecnico in cerca di una nuova identità. Bemand, ex assistente tecnico dell’Inghilterra, ha portato una visione chiara e una cultura di alto rendimento che ha subito attecchito. Il suo impatto è stato immediato. Ha puntato su una generazione emergente di talenti provenienti dal Leinster, tra cui Aoife Dalton e Anna McGann, costruendo attorno a loro un sistema di gioco dinamico e aggressivo. Il gruppo ha mostrato una crescita esponenziale nel corso del 2024, culminata con il secondo posto nel WXV 1, il massimo livello del nuovo torneo globale femminile. L’Irlanda ha battuto sia gli Stati Uniti che la Nuova Zelanda, quest’ultima in una storica vittoria che ha sorpreso l’intero panorama internazionale. 

Bemand ha definito il WXV come “una piattaforma fondamentale per lo sviluppo competitivo”, sottolineando l’importanza di affrontare squadre al di fuori del Sei Nazioni per accelerare la maturazione tecnica. Il suo lavoro ha anche portato alla qualificazione diretta alla Coppa del Mondo 2025, consolidando l’Irlanda tra le prime otto nazionali al mondo. Il suo contratto è attualmente in vigore fino al 2026, ma la Irish Rugby Football Union è chiamata a riflettere sull'opportunità di prolungarlo ulteriormente, per garantire continuità a un progetto che ha già dimostrato di poter competere ai massimi livelli. Bemand ha descritto il rugby femminile irlandese come “un gigante addormentato” e, alla luce dei risultati ottenuti, sembra aver trovato il modo di risvegliarlo.

Sudafrica: la scelta vincente

La South African Rugby Union ha ufficializzato il prolungamento del contratto di Swys de Bruin fino al 2029, premiando un percorso di crescita che ha portato le Springbok Women a risultati mai raggiunti prima. La sua nomina, inizialmente accolta con qualche scetticismo da parte di alcuni membri del consiglio federale — preoccupati per la sua limitata esperienza nel rugby femminile — si è rivelata una scelta vincente sotto ogni punto di vista. De Bruin ha preso in mano una squadra in cerca di identità e fiducia, e ha saputo costruire un gruppo coeso, competitivo e capace di esprimere un rugby moderno, veloce e spettacolare. Il suo approccio ha privilegiato la valorizzazione del talento locale, con particolare attenzione allo sviluppo delle giocatrici provenienti dalle province meno rappresentate, e ha introdotto un sistema di gioco basato su creatività offensiva e disciplina difensiva.

Il risultato più eclatante è arrivato alla Coppa del Mondo 2025, dove il Sudafrica ha centrato per la prima volta nella sua storia la qualificazione alla fase a eliminazione diretta. Un traguardo che ha acceso l’entusiasmo del pubblico e ha rafforzato la credibilità del progetto femminile all'interno della federazione. Le vittorie contro squadre più quotate e la qualità del gioco espresso hanno dimostrato che le Springbok Women non sono più una semplice outsider, ma una realtà in crescita. Il rinnovo fino al 2029 rappresenta una scelta strategica per dare continuità a questo percorso. La federazione punta ora a consolidare la struttura tecnica, investire ulteriormente nel rugby femminile di base e garantire alle giocatrici un ambiente professionale e competitivo. De Bruin ha dichiarato di voler “costruire una cultura vincente che duri nel tempo”, e il suo impegno sarà fondamentale per portare il Sudafrica tra le potenze emergenti del rugby femminile globale.

Fiji: l'Impatto di un nuovo arrivato

Arrivato a febbraio 2025, a pochi mesi dall'inizio della Rugby World Cup, Ioan Cunningham ha assunto la guida tecnica delle Fijiana in un momento di grande incertezza. La squadra era reduce da un periodo di transizione, con cambiamenti nella struttura federale e una rosa giovane ma ancora priva di esperienza internazionale. La nomina dell’ex tecnico del Galles femminile è stata inizialmente vista come una scommessa, ma si è rivelata una mossa vincente. Cunningham ha portato metodologia, disciplina e fiducia, elementi che hanno rapidamente trasformato l’approccio della squadra. Ha costruito un sistema di gioco basato su fisicità, velocità e creatività, valorizzando le caratteristiche naturali delle giocatrici figiane e integrando principi tattici moderni. In pochi mesi, ha saputo creare un gruppo coeso e determinato, capace di affrontare avversarie più quotate con coraggio e intelligenza.

Il percorso mondiale delle Fijiana è stato interessante ed mostrato una crescita costante e una mentalità vincente. Il momento simbolo del mondiale è stata la sensazionale vittoria contro il Galles, una partita giocata con intensità e lucidità, che ha consacrato il lavoro di Cunningham e ha acceso l’entusiasmo attorno al rugby femminile figiano. La sua leadership ha avuto un impatto profondo non solo sul campo, ma anche nella percezione del rugby femminile in Fiji, dove il movimento sta guadagnando visibilità e sostegno. La federazione figiana sta ora valutando l’estensione del suo contratto, consapevole che la continuità tecnica sarà fondamentale per consolidare i progressi ottenuti e puntare a nuovi traguardi.

Galles: ricostruire dalle difficoltà

Nonostante un Mondiale definito "disastroso", Sean Lynn è stato confermato. Il Galles ha chiuso il torneo mondiale con tre sconfitte su tre, segnando meno punti e mete rispetto a quasi tutte le altre partecipanti: solo Samoa e il Brasile, entrambe all’esordio assoluto, hanno fatto peggio in termini di produzione offensiva. Le gallesi hanno mostrato difficoltà evidenti nella costruzione del gioco, nella gestione dei momenti chiave e nella tenuta mentale, lasciando l’impressione di una squadra ancora in fase embrionale rispetto alle potenze del rugby femminile. Nonostante ciò, la Welsh Rugby Union ha deciso di confermare Sean Lynn, puntando sulla sua esperienza e sulla sua capacità di costruire progetti vincenti nel tempo. Lynn, già protagonista con il Gloucester-Hartpury, dove ha guidato il club a tre titoli nazionali e ha contribuito allo sviluppo di numerose giocatrici internazionali, è considerato un tecnico capace di valorizzare il talento giovanile e di creare una cultura di lavoro solida.

Proprio l’emergere di nuove promesse come Nel Metcalfe, Jenny Hesketh e Alaw Pyrs ha rappresentato uno dei pochi segnali positivi del ciclo appena concluso. Lynn ha mostrato fiducia nelle giovani, promuovendo un ricambio generazionale che, se sostenuto nel tempo, potrebbe dare i suoi frutti nei prossimi tornei. La federazione gallese ha dichiarato di voler rafforzare il programma di alto rendimento femminile, investendo in strutture, staff e calendario competitivo. In questo contesto, Lynn avrà il compito di ricostruire la fiducia del gruppo e di riportare il Galles a livelli più consoni alla sua tradizione rugbistica.

Italia: delusione ma nessun cambiamento

Guidate da Fabio Roselli, le Azzurre si presentavano al torneo con ambizioni concrete, forti di un ciclo di risultati positivi e di una rosa matura, arricchita da giovani talenti provenienti dalla Serie A Elite e da esperienze nei club esteri. Tuttavia, la campagna mondiale si è rivelata più complicata del previsto: l’Italia ha faticato a imporsi nei momenti chiave, pagando a caro prezzo errori di disciplina, un numero eccessivo di falli concessi e una scarsa efficacia nelle fasi statiche, in particolare in touche e mischia chiusa. Le difficoltà sono emerse già nella fase a gironi, dove la squadra ha alternato buoni spunti offensivi a cali di concentrazione e problemi strutturali. Le sconfitte contro avversarie dirette per la qualificazione — come Francia e Sudafrica — hanno compromesso il cammino, lasciando l’Italia fuori dalla top eight. Un risultato che ha generato delusione tra tifosi e addetti ai lavori, soprattutto alla luce degli investimenti degli ultimi anni nel programma femminile.

Nonostante ciò, la Federazione Italiana Rugby ha scelto di confermare Fabio Roselli alla guida tecnica, puntando sulla continuità e sulla conoscenza profonda del gruppo. Roselli, in carica da gennaio 2025, ha il merito di aver avviato un processo di rinnovamento e di aver portato l’Italia a disputare un buon Sei Nazioni. La federazione ritiene che, con il giusto supporto e un’analisi approfondita degli errori commessi, il tecnico possa guidare la squadra verso un nuovo ciclo di crescita. Nei prossimi mesi sarà fondamentale intervenire su aspetti chiave come la disciplina, la gestione della pressione e la solidità del pacchetto di mischia. Il Sei Nazioni 2026 rappresenterà un banco di prova importante per valutare la reazione del gruppo e la capacità di Roselli di rilanciare le ambizioni azzurre.

Futuro incerto: la situazione della Spagna

Infine, c'è chi, pur avendo un allenatore in carica, si trova in una situazione precaria, l'unico caso in cui un cambiamento, sebbene non ancora ufficiale, appare altamente probabile.

Spagna: verso un cambio di rotta

Juan González Marruecos è al centro di un acceso dibattito all’interno del mondo del rugby femminile spagnolo: nonostante i risultati positivi ottenuti nel Campionato Europeo e nel WXV3, la sua posizione come head coach delle Leonas è seriamente in bilico. In tre anni Marruecos ha portato la Spagna a conquistare il titolo europeo e a ottenere buoni risultati nel WXV3, il terzo livello del torneo globale femminile. Tuttavia, questi successi non sono bastati a dissipare le perplessità crescenti sulla direzione tecnica del progetto. Secondo diversi media locali, tra cui El Confidencial e Marca, la federazione starebbe valutando un cambio imminente alla guida della squadra. La critica principale riguarda la mancata evoluzione del gioco e il divario crescente rispetto ad altre nazioni europee come Italia, Irlanda e Scozia. Nonostante la Spagna abbia mantenuto una buona competitività a livello regionale, la squadra ha faticato a imporsi contro avversarie di livello superiore e non è riuscita a qualificarsi ai quarti nella Rugby World Cup 2025, un obiettivo considerato fondamentale per il rilancio del rugby femminile spagnolo.

Marruecos, che ha fatto parte dello staff tecnico per oltre sette anni prima di diventare head coach, è apprezzato per il suo impegno e per la capacità di costruire un gruppo solido, ma la percezione è che il progetto abbia raggiunto un punto di stallo. La federazione spagnola (FERugby) sembra orientata verso un rinnovamento tecnico, con l’obiettivo di rilanciare le ambizioni internazionali delle Leonas e di valorizzare una nuova generazione di giocatrici. Tra le ipotesi in circolazione, si parla della possibilità di affidare la squadra a un tecnico con esperienza internazionale o di promuovere una figura interna con un profilo più innovativo. La decisione è attesa entro la fine dell’anno, e potrebbe segnare l’inizio di un nuovo ciclo per il rugby femminile spagnolo.

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