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Un anno in rassegna: ecco cosa ci lascia il 2021 nel rugby femminile

Il 2021 ovale è ormai andato in archivio, ed è stato un anno difficile per il rugby femminile, in Italia e non solo. 


Da una parte c'è stata la ripartenza del nostro campionato, la qualificazione delle Azzurre al mondiale, bambine che sono tornate tra mille complicazioni e decreti a calcare i campi d'Italia. Dall'altra c'è stato un innegabile e vistoso calo delle giocatrici, squadre che si sono smaterializzate e campionati interi di Under che non si sono disputati per mancanza di partecipanti. Tanto è stato fatto per ripartire, tanto c'è ancora da fare guardando a chi davanti a noi ha cominciato ad allungare il passo. Tra le tante cose che sono accadute in giro per Ovalia noi ne abbiamo volute indicare dieci, per noi le più significative del 2021.

  •   Italia qualificata alla Coppa Del Mondo

La Nazionale femminile di rugby stacca il biglietto per la Coppa del Mondo di categoria. Le giocatrici allenate da Andrea Di Giandomenico vincono il Torneo di Qualificazione Europeo e il prossimo anno parteciperanno ai Mondiali femminili di rugby in Nuova Zelanda, che si terranno tra ottobre e novembre 2022. Con due vittorie ottenute con il bonus, le Azzurre hanno conquistato 10 punti e si sono classificate prime nel torneo ospitato dalla Federazione Italiana rugby dal 13 al 25 settembre allo stadio Lanfranchi di Parma, precedendo Scozia (9 punti), Irlanda (6) e Spagna (5). L’Italia per festeggiare la qualificazione ha però dovuto aspettare il risultato dell’ultimo match in calendario, quello tra Irlanda e Scozia, che ha visto le giocatrici del Cardo battere per 20 a 18 le irlandesi, punteggio che permette alla Scozia di continuare a sperare: infatti la Scozia come seconda classificata ha ancora la possibilità di arrivare al Mondiale con il torneo di ripescaggio che si giocherà il prossimo febbraio. 

Nel quadrangolare di Parma, l’Italia ha battuto la Scozia 38 a 13 e la Spagna 34 a 10, mentre ha perso con l’Irlanda (per 15 a 7). L’Italdonne si va così ad aggiungere alle altre tre squadre del Sei Nazioni – Inghilterra, Francia e Galles – che si erano già qualificate grazie ai risultati raggiunti nel torneo che si gioca ogni anno tra le 6 Nazionali europee. Il Mondiale di rugby in Nuova Zelanda si sarebbe dovuto giocare nell’estate 2021 ma è stato rinviato di un anno a causa della pandemia che nel 2020 non ha consentito di portare a termine il processo di qualificazione. L’Italia è ora inserita nella Pool B del Mondiale e nella fase a gironi affronterà Stati Uniti, Canada e la vincitrice del torneo di qualificazione dell’Asia. Le Azzurre giocheranno la prima partita iridata domenica 9 ottobre 2022 contro gli Stati Uniti al Northland Events Centre di Whangarei.

  •   Il ritorno della Nazionale 7s

Dopo un periodo di stallo e la rinuncia agli Europei del 2020 e 2021, è tornata in campo la Nazionale 7s femminile, con (finalmente) un progetto tutto nuovo e giocatrici che sono state selezionate senza togliere niente dalla Nazionale a XV. Dopo una serie di raduni estivi la squadra guidata da Diego Saccà ha partecipate al Torneo Internazionale di Catania, che ha visto la presenza della nazionale maltese oltre che di due rappresentative locali.

Le selezioni azzurre dirette schierate come “Italia 1” e “Italia A” hanno ottenuto cinque successi su cinque nella fase eliminatoria e poi si sono scontrate nell’ultimo atto del torneo, confermando la competitività di ambo le rappresentative azzurre: vittoria finale per l’Italia 1, di misura, 25 - 20.

Queste le atlete scese in campo con la maglia azzurra: 

Mayra Bucciarelli (Rugby Frascati Union), Letizia Calesso (Iniziative Villorba Rugby), Eleonora Capurro (Rugby Colorno), Alice Cinquina (Le Puma Bisenzio Rugby), Martina Farina (Rugby Frascati Union), Alessandra Frangipani (Iniziative Villorba Rugby), Margherita Fusaro  (Valsugana Rugby Padova), Alessia Gronda (CUS Torino), Alessia Margotti (Valsugana Rugby Padova), Cecilia Marsili Feliciangeli (Unione Rugby Capitolina), Francisca Maria Marzocchi (Transvecta Rugby Calvisano), Alessandra Menotti (Benetton Rugby Treviso), Sara Negroni (Unione Rugby Capitolina), Laura Paganini (CUS Milano Rugby), Alessia Piccolo (Rugby Frascati Union), Alissa Ranuccini (Rugby Colorno), Alice Ratcliffe (CUS Milano Rugby), Luna Agatha Sacchi (CUS Torino), Francesca SBERNA (Transvecta Rugby Calvisano), Caterina Strappa (Spartan Queens Montegranaro)

  • Beatrice Rigoni inserita nel Dream Team 2021 di World Rugby

Beatrice Rigoni, centro della Nazionale Italiana Femminile di Rugby, è stata inserita nel Dream Team 2021 di World Rugby. Beatrice – padovana, classe 1995 e 49 caps in Nazionale –  è la prima italiana a ricevere la nomination nei World Rugby Awards, la cerimonia annuale dove la Federazione Internazionale assegna i premi ai protagonisti del mondo della palla ovale che si sono particolarmente distinti durante l’anno. Il prestigioso riconoscimento da parte del massimo organo di governo della palla ovale arriva a conclusione di un anno importante per il rugby femminile che ha vissuto il suo momento più alto con la qualificazione dell’Italdonne alla Rugby World Cup.

  • Il disastroso Tour europeo delle Black Ferns

C'era stato grande entusiasmo in Nuova Zelanda all'annuncio delTour Europeo delIe Black Ferns, che sono tornate in campo dopo un'assenza forzata dal Covid di 27 mesi. Quello che nessuno si aspettava è che le campionesse del mondo in carica subissero le quattro sconfitte più pesanti della loro storia contro Inghilterra e Francia .

Le neozelandesi non avevano mai perso con di più di 14 punti di scarto fino al tour del mese scorso, ma sono state annientate dalle inglesi ( 43 - 12 e 56 - 15 ) e dominate dalle francesi (38 - 13 e 29 - 7 ), perdendo quattro partite di fila per la prima volta. La loro difficile stagione si è conclusa con l'esperta tallonatrice Te Kura Ngata-Aerengamate che ha affermato di aver avuto un crollo mentale durante il tour a causa dei presunti commenti critici dell'allenatore Glenn Moore. Una strada lunghissima e tutta in salita fino alla prossima Coppa Del Mondo.

  • Il caso Bayonne

Scoppia in Francia il caso Bayonne: tramite un comunicato sui social network, le giocatrici dell'AS Bayonne annunciano di boicottare la loro partita contro il Tolosa nella Coupe de France per denunciare le loro condizioni: "Condizioni inammissibili, manca qualsiasi investimento da parte del club" si legge nel duro comunicato delle giocatrici. "Se a questo si aggiungono tanti infortuni, ci ritroviamo con un organico decisamente troppo ridotto e tecnicamente non adeguato per poter competere con gli altri club strutturati dell'Elite 1. Carenze che si sono subito avvertite in campo con 122 punti subiti e soli 16 segnati in tre giornate." 

In offseason, il vicino club Aviron Bayonnais ha offerto i suoi servizi alle ragazze dell'ASB offrendo loro posti nella sala pesi della squadra professionistica Ciel et Blanche, oltre ai suoi preparatori atletici. Secondo il comunicato stampa, questo è stato percepito "come un capricco della principessa" (nel senso che il club Aviron Bayonnays è una squadra pro con uno dei budget più alti del Top14 ed ha offerto alle ragazze meno che le briciole, nda). Il rapporto tra giocatrici e la dirigenza non sarà recuperato ed a fine novembre con una decisione shock Bayonne ritirerà la propria squadra dal campionato. Davvero una brutta storia.

  • Lettere e contratti: la "Questione Irlandese" ed i passi avanti del Galles

Dopo la mancata qualificazione alla prossima Rugby World Cup, in Irlanda la nazionale, e in generale tutto il movimento femminile, non riesce a trovare pace. Un nutritissimo gruppo di 62 giocatrici ed ex giocatrici infatti, scrive una lunghissima lettera aperta al governo locale, in particolare al ministero dello sport, per esprimere tutto il suo “sconforto e disappunto” verso la IRFU e l’attività riservata alle ragazze e alle donne che giocano a rugby.

Le giocatrici chiedano più impegno, più trasparenza e più volontà per progetti che sin qui sono stati gestisti con una leadership “iniqua e inaffidabile”. Si cerca una svolta che possa fare il paio con quella del calcio femminile, che qualche anno fa ha vissuto più o meno la stessa parabola, salvo poi riuscire a svoltare. Le giocatrici vorrebbero un confronto che smuovesse alla IRFU e sono pronte anche allo scontro, anche perché in questo momento vivono una totale condizione di sfiducia nei confronti della controparte, che aveva detto che dei processi di revisione sarebbero stati avviati dopo la delusione della mancata partecipazione alla Coppa del Mondo ma, a quanto pare, nulla sembra essere cambiato.

Dopo un disastroso 2021, chiuso dal Galles senza vittorie e con le giocatrici che hanno scritto una dura lettera di protesta a Welsh Rugby, la Federazione gallese ha annunciato che per la prima volta nella sua storia verranno offerti contratti alle giocatrici della nazionale. È stato raggiunto un accordo con l'attuale gruppo di atlete che prevede la firma di 10 contratti professionali e 15 contratti di semipro, che entreranno in vigore il 1 gennaio 2022. I contratti che avranno una durata di di 12 mesi includeranno una serie di criteri e standard di prestazione che le giocatrici dovranno soddisfare. Oltre ai contratti, la WRU afferma che ci saranno anche gettoni partita e allenamento e andranno alle giocatrici che secondo lo staff tecnico "hanno il maggior potenziale per essere il più competitive possibile alla Coppa del mondo di rugby del prossimo anno".

  • Nuova finestra per il Sei Nazioni Femminile
Non sempre tutti i mali vengono per nuocere: nel 2021 l'emergenza Covid ha costretto ad un radicale cambiamento per il Sei Nazioni femminile.  Nell'ultima edizione del torneo è  cambiata la formula e la finestra temporale (tutto il torneo condensato nei 4 fine settimana di aprile). Niente round-robin classico, bensì due gironi da tre squadre (ogni team di un gruppo che ha affrontato altre due in gare di sola andata, disputandone una in casa e una fuori), con il titolo  assegnato nel weekend delle finali: le prime due dei raggruppamenti si sono sfidate per il primo posto, le seconde per il terzo, e le terze per il quinto.

La vittoria (ancora una volta) va all'Inghilterra, che a Londra  batte 10 - 6 la Francia nella finale per il primo posto. È il terzo titolo consecutivo, dopo i due Grande Slam del 2018 e 2019, il tredicesimo in 21 edizioni del torneo.  Al terzo posto del torneo l’Irlanda, vincitrice 25-5 sull’Italia a Dublino. Nella finale per il 5° posto a Glasgow, arbitrata dall’italiana Clara Munarini, la Scozia si impone per 27-20 sul Galles, quattro a due le mete. Positivi i riscontri dello spostamento del Sei Nazioni femminile in date diverse da quello maschile, cosa che assicura maggiore visibilità, scelta che è stata mantenuta per il torneo 2022, con la formula che invece è tornata quella classica.

  • Riparte la Serie A femminile

Dopo quasi due anni di stop riparte finalmente il campionato di Serie A femminile. Sono ventitré le formazioni iscritte alla competizione suddivise in quattro gironi rimodulati a seguito della richiesta dell’Unione Rugby Capitolina a disputare la stagione 21/22 inserita nei gironi territoriali (al suo posto nel girone 1 meritocratico viene inserito il Cus Milano Rugby) e alle rinunce di Cus Pisa, Rugby Monza 1949, Rugby Castel San Pietro Terme e Rugby Mutina.

Considerata la qualificazione diretta della Nazionale Femminile alla Rugby World Cup (in calendario ottobre-novembre 2022 in Nuova Zelanda), viene riprogrammato il calendario del campionato che vivrà il proprio epilogo nel week-end del 12/13 marzo con la disputa della Finale per l’assegnazione del Titolo di Campione d’Italia di Serie A Femminile 2021/22, originariamente in calendario il 4/5 giugno. Nello stesso fine settimana verrà assegnata anche la Coppa Conference, neonata competizione riservata alle quindici formazioni non partecipanti alla Fase Finale per l’assegnazione dello Scudetto.

  • Tokyo 2020: Oro alla Nuova Zelanda

Tutto come previsto: alle Olimpiadi di Tokyo è la Nuova Zelanda a conquistare la medaglia d’oro nel torneo femminile di rugby a sette. In finale dominio delle Black Ferns 7s, che superano la Francia. Pronti, via e nel match che vale l’oro la Nuova Zelanda dopo 60 secondi trova la prima meta con Michaela Blyde che porta le favorite d’obbligo subito in vantaggio 7-0. Non alza bandiera bianca però la Francia (che è arrivata a Tokyo passando per il torneo di rispescaggio) e dopo quattro minuti accorcia con la meta di Caroline Drouin per il 7-5. Immediata la reazione neozelandese, con la velocità di Gayle Broughton che brucia la difesa transalpina e 12-5. E allo scadere arriva la meta dell’allungo della Nuova Zelanda. Stacey Fluhler si tuffa tra i pali e si va al riposo sul 19-5. Dopo quasi due minuti della ripresa è la Francia a segnare nuovamente, con Caroline Drouin, e 19-12 e tutto ancora da decidere. Ma le neozelandesi sfruttando un vantaggio vanno a segnare tra i pali a due minuti e mezzo dalla fine con Tyla Nathan-Wong e 26-12 che virtualmente chiude i giochi. Troppo fallose le francesi, controllo totale per la Nuova Zelanda che, così, conquista la medaglia d’oro

Le Fiji, grande sorpresa di queste Olimpiadi, bissano la medaglia degli uomini e  dopo l’oro maschile conquistano il bronzo femminile battendo la Gran  Bretagna. Partono benissimo le sorprendenti Fiji, che dopo un minuto di gioco trovano la meta con Alowesi Nakoci. La Gran Bretagna fatica a trovare buone azioni d’attacco, soffre e al sesto minuto è nuovamente Nakoci a punirla e allungo deciso delle pacifiche. A tempo ampiamente scaduto, però, le britanniche trovano la marcatura con Megan Jones per il 14-5 parziale. Fiji che cercano di mantenere il pallino del gioco nella ripresa, mentre passano i minuti. E dopo tre minuti della ripresa, accelerazione vincente di Reapi Ulunisau, meta e figiane a un passo dalla seconda medaglia nel rugby a sette a Tokyo. A novanta secondi dalla fine, però, ancora Megan Jones segna e riaccende le speranze britanniche, anche se il divario è di -9. E le figiane controllano, vincono 21-12 e conquistano il bronzo.

  • Le 100 presenze in azzurro di Sara Barattin

La mediana di mischia azzurra Sara Barattin è la prima giocatrice italiana di rugby a tagliare il prestigioso traguardo delle 100 presenze con la Nazionale. L'ha fatto a Parma nella sfida per la qualificazione alla Coppa del mondo persa dall'Italia per 15 - 7 contro l'Irlanda entrando a far parte del novero delle atlete più presenti a livello internazionale. Mediano di mischia dell’Italia e dell’Iniziative-Villorba Rugby, Sara raggiunge questo importante traguardo al 15° anno di attività in Azzurro: con la Nazionale Femminile ha debuttato nel 2005 in Coppa Europa contro la Germania (Amburgo, 7 aprile, 0-52) divenendo la 113esima atleta a vestire la maglia dell’Italia.

Capitana dell’Italdonne dal 2013 fino a tutto il Sei Nazioni 2018, ha passato il timone a Manuela Furlan con cui ha condiviso l’esperienza in Nazionale Maggiore, con l’Italseven e con il club nel campionato di Serie A, prima con Benetton Treviso e poi con il Villorba Rugby. Si arricchisce ulteriormente il palmares personale di Sara che vanta quattro titoli di Campionessa d’Italia, tre con la Benetton Treviso (2005/06, 2007/08 e 2008/09), e uno con l'Iniziative Villorba (2018/19) e due Trofei di Coppa Italia conquistati nelle fila del Rugby Casale nel 2010 e nel 2011.

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