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Michela Tondinelli, destinazione Nuova Zelanda

Quando la Coppa del Mondo di rugby 2021 prenderà il via il prossimo ottobre, al fianco di Andrea Di Giandomenico, alla guida delle Azzurre ci sarà anche Michela Tondinelli, che rappresenta in qualche modo un legame al torneo inaugurale chi si giocò nel 1991, ormai più di trenta anni fa.


L'ex mediana di apertura dell'Italia Tondinelli si recherà in Nuova Zelanda come parte del coaching staff delle Azzurre essendo stata selezionato per il 
programma di coaching di alto livello per la RWC 2021, ideato da World Rugby.
È l'ultima tappa di un percorso iniziato “quasi per caso” più di quattro decenni fa, quando la Tondinelli accompagnò il fratello maggiore al suo primo allenamento di rugby e, a soli sei anni, fu invitata dall'allenatore a partecipare all'allenamento.
"Quindi, tutto è iniziato quasi per caso", ha detto in modo pratico nell'intervista rilasciata a World Rugby, ammettendo che fino ad oggi trova difficile individuare esattamente cosa è stato del rugby che l'ha catturata, "forse perché c'è stato un legame così forte fin dall'inizio".

Qualunque cosa abbia portato Michela Tondinelli al rugby, è stato subito chiaro aveva un talento innato per il gioco ed era spinta dal desiderio di diventare la miglior giocatrice possibile. Quella spinta l'ha aiutata ad ottenre un riconoscimento internazionale nell'aprile del 1991, quando aveva solo 16 anni, chiamata con le Azzurre in Galles per competere nella prima Coppa del mondo di rugby femminile in assoluto. In quella storica edizione Tondinelli partì titolare in tutte le quattro partite dell'Italia al torneo, incluso l'incontro di apertura con l'Inghilterra in cui le azzurre avevano costretto le future finaliste ad un difficile 9 - 4 all'intervallo a Llanharan, per poi perdere 25 - 9. "Era come essere all'interno di una fiaba, è stato tutto fantastico", ha detto Tondinelli della sua esperienza in Galles. Per una ragazza di 16 anni vivere il rugby 24 ore al giorno era la cosa migliore che potesse capitare, fino alla partita contro l'Inghilterra. Poi torni con i piedi per terra. Davanti a te c'erano i giganti sacri del rugby femminile di quegli anni; Accanto a me c'erano persone del calibro di Emma Mitchell, Carol Isherwood, Gill Burns. Era un sogno."

Michela Tondinelli ha continuato a rappresentare l'Italia, partecipando ad altre due Coppe del mondo, nel 1998 e nel 2002, e la sua carriera è durata per più di due decenni. Dopo aver fatto parte della squadra azzurra che ha giocato per la prima volta nel Sei Nazioni femminile nel 2007, ha giocato la sua ultima partita in nazionale sei anni dopo subentrando dalla panchina nella sconfitta per 38 - 7 contro la Spagna che pose fine alle speranze di qualificazione azzurre per la RWC 2014. "Tutti mi chiedono come sono riuscita a giocare tutti questi anni ad alto livello", ha detto."Credo che finché c'è passione e dedizione si può fare tutto, poi la mia fortuna è che non ho mai subito infortuni gravi".

Il percorso di coaching di Tondinelli era già avviato prima che finisse di giocare. "Ho iniziato con i bambini perché mi piaceva il fatto di poter essere utile a qualcun altro e di poter condividere la mia visione del rugby. Poi alla fine della mia carriera ho deciso di farne il mio lavoro, passando dai bambini ai ragazzi fino alle ragazze. La mia filosofia è semplice: come dico sempre in campo, non sono qui per insegnarti a giocare, ma per cercare di trasmetterti i miei pensieri e i miei modi di vedere il rugby”.

Nell'ambito del programma di stage di alto livello per allenatori, Tondinelli ha ora l'opportunità di trasmettere i suoi insegnamenti all'attuale gruppo di giocatrici dell'Italia ed è desiderosa di assorbire quante più conoscenze e competenze possibili dall'esperienza mondiale: "Spero di imparare il più possibile da questo programma", ha aggiunto. “Confrontare me stessa con gli altri allenatori e le diverse culture del rugby sarà fantastico. Sarà un bellissimo viaggio. La mia responsabilità sarà quella di potermi allenare il più possibile come allenatrice”. 

Avere la possibilità di sviluppare le sue abilità sulla strada per una Coppa del Mondo in Nuova Zelanda, ha solo reso l'opportunità più allettante per Tondinelli: “negli anni, tutti i tornei sono cambiati. Dall'evoluzione del gioco all'organizzazione, dall'essere più professionali all'inizio del professionismo", ha detto. “Il solo pensiero che prenderò di nuovo parte a una Coppa del Mondo è quello che non vedo l'ora. Sicuramente questa volta ci saranno emozioni diverse, e cercherò di viverle tutte fino in fondo. Andare in Nuova Zelanda è sempre stato il mio sogno. Da quando ho iniziato a giocare ho associato il rugby a quella terra e sapere che ci andrò davvero e farò anche parte della mia nazionale è un sogno che si avvera”.

L'Italia è stata sorteggiata insieme a Canada, Stati Uniti e Giappone nel Girone B di RWC 2021 e cercherà di migliorare l'ottavo posto (miglior piazzamento in assoluto nel torneo), ottenuto all'evento inaugurale nel 1991. La squadra azzurra si è prefissata l'obiettivo di raggiungere i quarti di finale ad ottobre, ma fino a che punto Michela Tondinelli pensa possa spingersi la squadra? "Spero il più avanti possibile", ha risposto, tenendo le carte vicino al petto. "Ma lo vedremo in Nuova Zelanda".


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