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6 Nazioni femminile, stelle e miti del torneo: Silvia Gaudino

Con l'avvicinarsi del Sei Nazioni, come ogni anno, vogliamo raccontarvi la storia di una delle giocatrici azzurre che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell nazionale e del torneo: Silvia Gaudino.

Silvia è nata con la passione per il rugby, eppure ci ha messo 17 anni per iniziare a giocare. Più di due decenni dopo, la storia d'amore dell'ex skipper italiana con questo sport rimane più forte che mai. Leggendo le varie interviste che Silvia Gaudino ha rilasciato durante la sua lunga carriera con la maglia azzurra, si possono trovare cose molto interessanti. Silvia ha spesso ripetuto ai vari media che quando era più giovane il rugby femminile non aveva un grande risalto in Italia. Quindi, anche se conosceva questo sport praticamente fin dalla nascita, l'idea di giocare non le era mai venuta in mente.

Si legge in una queste interviste, rilasciata durante la presentazione del torneo nel 2021: “Mio papà giocava quando era piccolo quindi da quando sono nata mi ha sempre portato con sé al campo da rugby a guardare le partite. Quando ero piccola il rugby femminile, e anche quello maschile, non si trasmetteva molto in televisione in Italia. Quindi ho iniziato a giocare a rugby piuttosto tardi, intorno ai 17 anni. Volevo provarlo e con un amica sono andata al campo dove allenava mio padre. Abbiamo iniziato a correre, a fare qualche passaggio e ci siamo dette: perché non provarci? C'è un club che aveva la squadra femminile non lontano da dove abitavamo e siamo andate a provare. Così ho iniziato a giocare nel 1998 e il resto è storia, come si suol dire."

Continua Silvia: “Il rugby femminile è cresciuto moltissimo in Italia. Quando ho iniziato, le ragazze giocavano con i ragazzi fino all'età di 12 anni e c'era un intervallo finché non raggiungevano le senior. Adesso le cose sono cambiate, ragazze e ragazzi giocano insieme fino ai 12 anni, poi ci sono le Under 14, le Under 16 e le Under 18 per le ragazze e poi le senior. Quindi la struttura, possiamo dire che, si è evoluta molto, anche in termini di numero delle partecipanti e di livello del gioco. Ora il rugby è molto più veloce e anche molto più divertente da guardare rispetto a quando ho iniziato io."

RICONOSCIMENTO INTERNAZIONALE

Silvia Gaudino ha ottenuto 72 presenze con l'Italia ed è stata una delle due giocatrici azzurre a giocare sia nella Coppa del Mondo 2002 che in quella 2017 con le Azzurre, l'altra è Veronica Schiavon. Da sempre con indosso la maglia numero 8 ha assunto la carica di capitana della nazionale nel 2013, più di un decennio dopo il suo debutto nel 2001, avvenuto in seguito al trasferimento a Padova che ha cambiato la traiettoria della sua carriera.

“Da quando ho iniziato, sono andata subito a vedere la nazionale in azione. Le ammiravo, era il mio sogno giocare in Nazionale. Quando andai a giocare a Padova c'era un po' più di visibilità e fui convocata per un paio di raduni. Doveva essere intorno al 2001. Da lì ho giocato qualche partita e la mia carriera è andata avanti. All'inizio è stata dura, non capivo bene la realtà che avremmo dovuto affrontare. Le squadre che abbiamo affrontato erano ad un livello superiore. Non mi allenavo molto in quel periodo, non passavo molto tempo in palestra. Così ho capito che se volevo raggiungere i miei obiettivi avrei dovuto allenarmi ogni giorno e fare qualcosa in più oltre al rugby. Ãˆ stato un po’ traumatico all’inizio ma forse è meglio così per capire come stavano le cose”.

IL SEI NAZIONI

Il rugby in Italia ha fatto molta strada dai primi anni 2000. Nel 2007 l'Italia è entrata a far parte del Sei Nazioni femminili. Per Gaudino quello fu un punto di svolta.

Spiega: “Entrare nel Sei Nazioni femminile è stato un grande momento. Prima di questo l'Italia giocava il Campionato l'Europeo, l'equivalente di una serie B del rugby internazionale in Europa. Vedevamo il Sei Nazioni come una competizione a cui partecipare, a cui aspirare, visto che vincevamo o finivamo con regolarità nei primi posti di quel torneo. Quindi volevamo qualcosa di più. Nel 2007, quando siamo entrate a far parte del Sei Nazioni femminile, è stato fantastico. Soprattutto perché la nostra prima partita è stata contro l'Inghilterra a Twickenham. Ãˆ stato fantastico. Ãˆ stata una partita combattuta!”

Quella stagione è ovviamente un ricordo straordinario, così come lo è la prima vittoria sulla Francia arrivata nel 2013 a Rovato. L'ultima partecipazione al torneo per Silvia risale al 2015, quando l'Italia vinse per la prima volta tre partite finendo terza, che all'epoca era il miglior risultato di sempre. Ricorda: “La prima partita del Sei Nazioni è di certo il mio ricordo più bello. Poi se devo pensare ad altre grandi partite che spiccano nella mia memoria, ricordo la nostra prima vittoria contro la Francia. Poi c’è stato anche il Sei Nazioni del 2014 che è stato brillante. E i risultati sono migliorati nel tempo, quindi il mio ultimo Sei Nazioni è arrivato nel 2015, l’anno in cui siamo arrivate ​​terze. Quel torneo ovviamente per me è qualcosa di indelebile, perché è stato il mio ultimo ma anche perché è stato ricco di vittorie. Sentivamo di essere molto più fiduciose nel nostro gioco. C’era l’ambizione di puntare un po’ più in alto e ottenere vittorie più grandi e sono arrivate, quindi è stato davvero speciale”.

MATERNITÀ

Sebbene quella fosse l'ultima partecipazione di Gaudino nel Sei Nazioni femminile, Silvia non aveva ancora finito con la nazionale. Dopo un anno di pausa nel 2016 per dare alla luce suo figlio, è tornata a giocare la Coppa del Mondo 2017 che è stata il suo canto del cigno e la seconda apparizione dell'Italia nella competizione, 15 anni dopo la prima.

“Ho avuto un bambino nel 2016 e ho smesso quell’anno. Poi nel 2017 ho ricominciato in quello che si è rivelato essere il mio ultimo anno. Ho dovuto lavorare davvero duro perché l'evento imminente era molto importante, la Coppa del Mondo. Quindi ho dovuto impegnarmi davvero molto. Purtroppo ho dovuto fare un cesareo, quindi ho dovuto aspettare un po’ prima di poter ricominciare ad allenarmi. Quindi questo ha cambiato un po’ le tempistiche ma alla fine è andata bene. Ho avuto mio figlio a settembre 2016 e poi ho avuto un anno per prepararmi per la Coppa del Mondo. Per fortuna ho i miei suoceri che vivono anche loro a Salerno e mi hanno aiutato. Poi anche i miei genitori hanno fatto lo stesso quando stavo per andare Irlanda, si sono presi cura di mio figlio perché mio marito lavorava e non poteva stare sempre a casa, quindi siamo riusciti a far funzionare tutto con il sostegno della mia famiglia. "

Dopo essersi ritirata dal gioco, Gaudino è rimasta legata al rugby e la sua passione per questo sport rimane intatta.

Aggiunge: «Sono responsabile della sezione giovanile femminile della regione Campania dove risiedo. Mi occupo anche del minirugby per una società qui che si chiama Arechi Rugby, lì faccio il direttore tecnico quindi sono rimasta nel rugby. Una volta che sei dentro, non te ne vai più."

Con questo tipo di passione, non sorprende che Silvia Gaudino abbia ottenuto tanto così tanto nella sua carriera con la maglia Azzurra, per questo entra di diritto nella nostra galleria dei miti ovali.

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