Gli Stati Uniti vantano alcune delle migliori atlete nel rugby femminile, ma alla Coppa del Mondo 2025 le Eagles hanno mancato clamorosamente l'accesso ai quarti di finale. Con le dimissioni di Sione Fukofuka da Head Coach, è tempo di analizzare una campagna deludente e capire dove si è inceppato il meccanismo. L'analisi che Alex Goff, esperto di tutto ciò che riguarda il movimento a stelle e strisce, ha pubblicato sul suo blog "Goff Rugby Report" è particolarmente interessante. Vediamo quali sono i punti focali che hanno determinato il fallimento della campagna americana.
1. Instabilità tecnica
Negli ultimi quattro anni, le Eagles hanno cambiato tre allenatori. Fukofuka ha preso le redini in una fase critica, con appena dodici mesi per costruire una squadra competitiva. Nonostante la sua reputazione di tecnico preparato e persona stimata, il tempo limitato e alcune indecisioni strategiche hanno impedito la creazione di un’identità tattica solida.
2. Preparazione atletica completamente sbagliata
Secondo fonti interne, la gestione della settimana pre-partita è stata uno dei punti più critici. Allenamenti troppo intensi nei giorni di rifinitura, compresi i "captain's runs", hanno compromesso la freschezza fisica delle giocatrici. Il risultato? Un calo evidente nella seconda metà delle partite. Emblematico il crollo contro l’Inghilterra: cinque mete e 29 punti subiti negli ultimi 30 minuti. Un pattern che si è ripetuto più volte.
3. Panchina invisibile: le "Finishers" che non Finiscono
Nel rugby moderno, le riserve sono chiamate "finishers" per il loro impatto decisivo. Ma per le Eagles, la panchina è stata un punto debole. In diversi casi, le subentrate non hanno mostrato la giusta intensità difensiva o efficacia offensiva. Due giocatrici entrate contro Samoa sono state fermate in meta per movimenti troppo rigidi. La responsabilità ? Ricade sullo staff tecnico, incapace di preparare, ma anche di selezionare adeguatamente le giocatrici che devono subentrare.
4. Scelta delle giocatrici: tra Intuizioni e incomprensioni
Fukofuka, per questa Coppa del Mondo ha dovuto fare scelte difficili. Alcune azzeccate, altre discutibili:
- Mediane di Mischia: Bargell e Ortiz sono state scelte solide, capaci di mantenere l’equilibrio della squadra.
- Flanker: Freda Tafuna, autrice di sei mete e MVP in due partite, non è partita titolare contro l’Inghilterra. Una decisione inspiegabile.
- Seconda Linea: Erica Jarrell-Searcy si è rivelata una partner ideale per Hallie Taufoou, una delle scoperte più positive di Fukofuka che ha investito su di lei, mentre molti degli addetti ai lavori la giudicavano fisicamente non all'altezza.
- Apertura: McKenzie Hawkins ha avuto la fiducia dello staff, ma il suo gioco al piede ha mostrato grandi limiti. Contro Samoa è stata sostituita dalla veterana Gabby Cantorna per gestire meglio il gioco al piede.
- Estremi e Ali: Rotazioni tardive e scelte discutibili hanno penalizzato il reparto. Talenti come Cheta Emba ed Erica Coulibaly non sono stati valorizzati a dovere.
5. Attacco Monodimensionale: le trequarti non segnano
Nonostante una linea di trequarti professionale e talentuosa, le Eagles hanno segnato quasi esclusivamente con le avanti: 13 mete su 16. Le mete delle mediane di mischia sono arrivate da azioni simili a quelle delle avanti, mentre l’unica meta di un’ala è stata frutto di un’azione ravvicinata. Nessuna azione in campo aperto, nessuna meta da lontano. Un attacco prevedibile, poco creativo, figlio di uno staff tecnico composto interamente da ex avanti.
6. Il Caso Ilona Maher: un talento inespresso
Ilona Maher è una star del rugby a 7, potente e carismatica. Ma nel rugby a 15, il suo ruolo è rimasto indefinito. Doveva essere il fulcro dell’attacco? Un’esca? Una creatrice di gioco? Nessuna strategia chiara è stata costruita attorno a lei. Nonostante i metri guadagnati contro Inghilterra e Samoa, il suo potenziale offensivo è rimasto inespresso. Con Maher, Alev Kelter ed Emily Henrich in campo, le Eagles avevano le armi per un attacco esplosivo. Ma non c’è stata una visione tattica per sfruttarle.
7. Guardando Avanti: Ricostruzione Necessaria
Per tornare competitivi, gli USA devono ripartire da fondamenta solide:
- Nuovi allenatori con profonda conoscenza del rugby femminile statunitense.
- Un piano pluriennale per costruire una squadra coesa e pronta per i grandi tornei.
- Standard elevati per tutte le giocatrici, dalla titolare alla riserva.
- Scouting capillare e sviluppo interno dei talenti, riducendo la dipendenza da giocatrici d’oltremare.
- Revisione tattica e tecnica, con focus su attacco, difesa e gestione del match.
Gli USA hanno il talento, la fisicità e la passione. Ora serve una struttura che permetta a tutto questo di brillare. Le Aquile possono tornare a volare, ma solo se imparano a sfruttare il vento sotto le loro ali.

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